Kunduz, la città nel nordest dell'Afghanistan, caduta nelle mani dei talebani lunedì, è stata riconquistata dalle forze speciali afghane. A renderlo noto il ministro dell'Interno, Ayub Salangi, che si è "congratulato con il popolo afghano" e ha parlato di "pesanti perdite" tra gli insorti, ora "in fuga". E' arrivata però la smentita dei talebani che hanno assicurato non solo di non essere fuggiti ma di aver "ricominciato ad attaccare il nemico".
Testimoni hanno riferito che "pesanti combattimenti sono cominciati verso mezzanotte e all'alba le forze afghane avevano preso possesso della piazza centrale della città". L'operazione "è stata portata a termine con successo grazie all'aiuto della Coalizione internazionale", ha dichiarato il generale Murad Ali Murad, vicecomandante delle forze armate afghane.
Murad ha spiegato che l'offensiva governativa "è cominciata mercoledì sera verso le 23 locali". Da parte sua il generale Mohammad Qasim Janghalbagh, capo della polizia di Kunduz e responsabile delle operazioni di ripulitura del territorio dalla presenza dei talebani, ha indicato che la riconquista del centro della città è avvenuto verso le 4 del mattino. "Le nostre operazioni - ha concluso - continueranno fino a quando gli insorti non saranno eliminati da tutta la provincia".
Dal canto loro gli insorti hanno assicurato di non essere fuggiti dalla città e che "la bandiera dei talebani sventola ancora sulla città". Oltre ad avere costretto i militari governativi alla fuga, ha detto il loro portavoce, "i mujaheddin hanno anche conquistato l'area di Kilazal a Kunduz City mettendo in fuga gli agenti di polizia che la presidiavano".
Gli scontri hanno causato finora molte vittime e, scrive l'agenzia di stampa Pajhwok, negli ospedali della provincia di Kunduz si sono contati 338 feriti e 43 morti. Le autorità afghane, da parte loro, hanno reso noto che sono stati uccisi molti talebani: "centinaia" secondo il generale Murad, 200 per il ministero dell'Interno e 150 per quello della Difesa.