Dopo lo scontro di mercoledì tra maggioranza e opposizioni sull'emendamento "canguro" presentato dal senatore Pd Roberto Cociancich, prosegue il cammino della riforme a Palazzo Madama. L'Aula è chiamata a votare proprio l'emendamento Cociancich. Se approvato, tutti gli altri emendamenti all'articolo 1 decadrebbero e si passerebbe dunque al cuore del ddl, l'articolo 2, per il quale Grasso ha accolto emendamenti solo a un comma. Previsti 6 voti segreti.
Nella giornata di mercoledì la maggioranza ha incassato l'approvazione del primo emendamento che recepiva gli accordi interni al Pd e dell'intera maggioranza di governo. A questo si sono aggiunti numeri ampi che hanno indotto all'ottimismo per i prossimi giorni.
Ma il primo giorno di voti in Aula è stata contrassegnata da tensioni e proteste delle opposizioni causa dell'escamotage della maggioranza stessa, il cui emendamento è stato scritto in modo tale da farne decadere molti altri. Proteste che sono giunte alla minaccia di abbandonare i lavori.
Alle proteste dell'opposizione Matteo Renzi ha replicato in prima persona: "Con 70 milioni di emendamenti l'obiettivo era bloccare la riforma ma non ce la faranno: arriverà in porto. E poi con 380mila emendamenti si può parlare di tutto tranne che di mancanza di diritti dell'opposizione". Il premier è convinto di avere dalla sua il sostegno dei cittadini, sia perché i dati economici dimostrano che "le riforme fanno ripartire l'Italia", sia perché "i cittadini sanno chi bluffa" e milioni di emendamenti sono un bluff.
Dopo giorni di schermaglie verbali, finalmente l'Aula di palazzo Madama ha iniziato a votare gli emendamenti, partendo dal primo articolo. E' vero che dopo il ritiro degli emendamenti ostruzionistici di Sel e della Lega a questo articolo sul tavolo ne rimanevano "solo" 908, ma è altrettanto vero che su esso incombevano dei voti segreti, ammessi dal presidente Pietro Grasso su 19 emendamenti.
All'inizio di seduta, poi, il presidente del Senato ha dichiarato inammissibili 595 emendamenti, in quanto modificavano delle parti già approvate in doppia lettura sia dal Senato che dalla Camera. Ma ad accendere le proteste delle opposizioni è stata la scoperta di un emendamento "canguro" presentato dal senatore del Pd Roberto Cociancich. Questo assorbiva l'emendamento di Anna Finocchiaro che recepiva gli accordi di maggioranza, ma in più era scritto in modo tale da essere votato tra i primi, facendo cadere, una volta approvato, tutti gli altri, compresi quelli su cui incombeva il voto segreto.
Il primo a insorgere è stato Roberto Calderoli ("è un attentato alla democrazia"), seguito da Paolo Romani di Fi ("una burla intollerabile"), da Cinzia Bonfrisco dei Conservatori ("è macelleria parlamentare"), da Giovanni Endrizzi (M5S) e Beppe De Cristofaro (Sel). Gli interventi hanno preso di mira personalmente Cociancich, tanto che il capogruppo del Pd Luigi Zanda è intervenuto con foga per difenderlo, suscitando una standing ovation liberatoria dei senatori Dem.
Malumore di alcuni gruppi di opposizione verso la Lega e Roberto Calderoli, esplicitata in aula da Endrizzi, De Cristofaro e Luciano Uras (Sel). La valanga di emendamenti del Carroccio (85 milioni, poi tagliati da Grasso a 383 mila) hanno fornito il destro alla maggioranza di utilizzare la tecnica parlamentare per aggirare questo ostruzionismo estremo.
I pochi emendamenti delle opposizioni votati sono stati tutti respinti dalla maggioranza con 171 voti rispetto ai 161 che costituisce la maggioranza assoluta. Assenti i senatori a vita, favorevoli alla riforma. Le opposizioni si sono sempre fermati a 119 voti.
Alla fine non si è riusciti a votare l'emendamento Cociancich cosa che avverrà giovedì mattina. Ma a conclusione della seduta è arrivata un'altra buona notizia da Grasso: il presidente del Senato ha dichiarato inammissibili tutti gli emendamenti all'articolo 2, tranne quelli che riguardano il comma 5, l'unico modificato dalla Camera. Come d'altra parte aveva fatto per il primo articolo.