Il giorno del giudizio è lontano ancora un mese. Dopo l'incontro tra il pensionato multato per aver vendemmiato con 4 amici e i funzionari dell'ispettorato del lavoro provinciale di Cuneo, si è appreso che per verificare i documenti consegnati dal vignaiolo di Castellinaldo ci vorranno trenta giorni e la sanzione per lavoro nero, ipotizzata come pari 3.900 euro a persona, potrebbe essere ridotta. Intanto anche la Coldiretti cuneese passa all'attacco: "Serve un intervento politico per mettere mano alla normativa sull'impiego di manodopera nella vendemmia".
L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE PIEMONTE CHIAMPARINO - Il pensionato multato per lavoro nero per aver impiegato nella vendemmia quattro amici ha consegnato all'ispettorato documenti sul vigneto di sua proprietà e sulla situazione lavorativa di chi era con lui nel vigneto. Fuori dagli uffici si è radunata una ventina di persone con cartelli di protesta contro la burocrazia. Sul caso è intervenuto anche il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, con un post sul suo profilo Facebook: "Passare una domenica tra i filari di vite, aiutando gli amici - ha scritto - è per me una tradizione iniziata da bambino e che voglio continuare a mantenere. Del resto, è così che si usa fare da tempo immemore nelle campagne. Mi auguro che, con il buon senso necessario per applicare in modo efficace le norme, si possa trovare una soluzione positiva per la vicenda del pensionato di Castellinaldo, che a quello che mi è dato sapere non pare certo una persona dedita a incoraggiare il lavoro in nero". Una presa di posizione che ha raccolto quasi 1.500 likes sul social network.
LA POSIZIONE DI COLDIRETTI - La Coldiretti cuneese caldeggia un intervento politico "per mettere mano alla normativa" sull'impiego di manodopera nella vendemmia. "Vanno combattute tutte le situazioni di illegalità e di sfruttamento - afferma l'organizzazione. - Nel contempo, però, sono anni che denunciamo a ogni livello la complessità delle norme e l'eccessiva burocrazia che spesso attanaglia le aziende. Evidentemente, vi sono anche delle responsabilità di ordine politico che avrebbero potuto essere colmate. Nello specifico non si è voluto mettere mai mano alla normativa. Il Jobs Act ha attenuato le sanzioni rispetto alle precedenti, ma queste restano sempre insostenibili, soprattutto per la piccola impresa".