Il gorilla Rafiki ha finalmente avuto giustizia. Felix Byamukama, il bracconiere che lo aveva brutalmente ucciso nel giugno scorso in Uganda, è stato condannato a 11 anni di carcere. L'uomo si è dichiarato colpevole di ingresso illegale in un'area protetta e omicidio di gorilla, una specie in via d'estinzione. Rischiava l'ergastolo. Gli altri 3 uomini arrestati con Byamukama con l'accusa di caccia di frodo sono in attesa di processo.
Una pena dura, ma comunque lieve rispetto a quella cui rischiava di andare incontro. Secondo una legge sulla protezione della fauna selvatica approvata lo scorso anno, il processo sarebbe potuto finire con l'ergastolo o l'obbligo di pagare una multa di 5,4 milioni di dollari. Ad aggravare la posizione dei 4 bracconieri erano le modalità particolarmente cruente con cui il gorilla era stato cacciato. A salvare Byamukama dal carcere a vita il fatto che non sia stato processato da un tribunale speciale per la fauna selvatica.
Chi era Rafiki - Il primate aveva 25 anni ed era uno dei gorilla più noti delle montagne dell'Uganda. Rafiki vuol dire "amico" in lingua swahili. Era il leader di un gruppo di 17 membri che lo seguivano ciecamente. "La morte di Rafiki lascia il gruppo instabile e c’è la possibilità che possa disintegrarsi", aveva commentato all'uccisione Bashir Hangi delll'Uganda wildlife authorithy (Uwa).
Una specie in pericolo - La condanna al bracconiere rincuora gli animalisti, che si erano battuti dopo il ritrovamento del cadavere dell'animale. Ma la morte di Rafiki rapprenta un "duro colpo", come ha riferito l'Uwa. L'agenzia governativa ricorda che rimangono poco più di 1.000 gorilla di montagna, un numero esiguo e sempre più minacciato dall'uomo.