aperta fino al 10 gennaio 2016

Milano, in mostra i “luoghi” di Giotto

A Palazzo Reale esposte 14 importanti tavole dipinte dal maestro di Cole di Vespignano del Mugello, tra cui la "Madonna col bambino"

© ansa|

Proviamo a fare un semplice calcolo: ci sono 33 ore di cammino per andare da Firenze a Roma; 34 da Firenze ad Assisi; 31 da Assisi a Rimini; 38 da Rimini a Padova. Aggiungiamo qualche ora per tratta per via delle montagne, immaginiamo, però, come facilitazione, di poter usare un carro, un mulo o un cavallo. Risultato: ci vorrebbero al massimo tre giorni per compiere ciascuno di questi spostamenti. Questo è il tempo che deve aver impiegato Giotto quando (piccolo di statura e claudicante per una caduta giovanile!) andava su e giù per l'Italia per affrescare chiese, dipingere crocifissi, rispondere alle richieste sempre più numerose e insistenti dei suoi committenti. Firenze, Assisi, Roma, Rimini, Padova, Napoli, Bologna, Milano… sono solo alcune delle città che il pittore ha toccato nella sua lunga e impegnativa vita. E in ciascuna ha lasciato un inestimabile tesoro.

Il segreto del successo - Qual è il segreto di tanto successo (che, tra le altre cose, gli ha consentito di mantenere uno stuolo di figli, di accantonare un sostanzioso gruzzolo, di acquistare un certo numero di poderi e di avviare una serie di attività artigianali)? Il segreto era, senza dubbio, nella sua grande capacità organizzativa del lavoro e dei cantieri, ma soprattutto in una pittura che, per parafrasare Manzoni, aveva l'utile per scopo e il vero per soggetto. Utile perché, in tempi in cui leggere e scrivere era appannaggio di pochi, i suoi cicli pittorici sulla vita dei santi (di San Francesco nella Basilica di Assisi, della Vergine e di Gesù nella Cappella degli Scrovegni) raccontavano per immagini (fantastiche ed emozionanti) alla portata di tutti il mistero di quei libri. Vero perché, per la prima volta nella storia, Giotto aveva deciso di mettere nei gesti degli uomini, negli occhi delle donne (che nella Strage degli innocenti riga di scure lacrime), nei tessuti, negli arredi, persino negli animali (le sue pecore erano della migliore razza toscana: la garfagnina) e nelle architetture dalla prospettiva ancora sghemba e intuitiva le cose del suo tempo e la forza della realtà.


Verso la modernità
- Basta guardare la Madonna col bambino dello scomparto centrale del polittico di Santa Reparata, in mostra a Palazzo Reale di Milano fino al 10 gennaio prossimo (con altre 13 importanti tavole dipinte dal maestro di Cole di Vespignano del Mugello), per sentire tutta la bellezza della sua pittura e la dolce armonia del colore: lo sguardo tenero della madre, il gesto semplice e spontaneo del bambino che allunga la mano e accarezza il mento di Maria, l'amore e il realismo con cui la Vergine regge il figlio. Con la sua istintiva capacità di trascrivere ciò che gli occhi vedono, ma anche di trasmettere le piccole e semplici emozioni della vita, Giotto ha aperto la strada alla modernità.

GIOTTO, L'ITALIA
fino al 10 gennaio 2016
Palazzo Reale
Piazza del Duomo 12,
Milano

Orari
lunedì 14.30-19.30
martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30
giovedì e sabato 9.30-22.30