Milano Day 2

Milano Day 2: Moschino ruba la scena a tutti con uno show sopra le righe

L'ispirazione è la segnaletica stradale e Jeremy Scott presenta una collezione più stravagante che mai. In passerella anche Max Mara, Costume National e Blugirl

© agenzia|

Oltre alla sfilata di Prada, il secondo giorno di sfilate milanesi ha visto scendere in passerella molti altri marchi, da Max Mara a Blugirl, da Costume National a Emilio Pucci. La giornata si è conclusa con lo spettacolare show di Moschino, dove il designer americano Jeremy Scott ha presentato una collezione per la Primavera Estate 2016 ispirata niente meno che alla segnaletica stradale. Scopritene tutti i look più belli!

Gli appassionati di moda sapranno che Franco Moschino fu uno dei primi designer a introdurre l'elemento ironico e super pop all'interno del classico defilé di moda e il marchio che porta il suo nome è da sempre sinonimo di look esagerati, coloratissimi e vivaci. Oggi quell'eredità di capi cult è in mano all'americano Jeremy Scott, che di sicuro ha saputo mantenere alta la spettacolarizzazione.

Dopo il fast-food e la Barbie, la collezione per la primavera estate 2016 prende ispirazione dalla segnaletica stradale per creare un cortocircuito di abiti e accessori assolutamente folli, ma che immaginiamo piaceranno moltissimo alle affezionate dell'esuberanza targata Moschino. I caschetti anti infortunio degli operai e i coni segnaletici diventano copricapo vezzosi, gli abiti hanno silhouette anni '50 e i colori fluo sono all'ordine del giorno.

Tutt'altra atmosfera, invece, sulle altre passerelle della giornata. Da Blugirl va in scena una ragazza boho-chic, fra lunghi abiti morbidi, trasparenze e decorazioni romatiche. Da Costume National il mood è quello che ha reso famoso il marchio negli anni '90: minimalista con una gran predominanza di colori scuri, interrotti da qualche lampo di colore brillante.

Alla sua seconda prova da Emilio Pucci, Massimo Giorgetti presenta una collezione coraggiosa, scegliendo di accantonare le stampe e le atmosfere Seventies e presentando una collezione fatta di tagli asimettrici, geometrie sbagliate e scarpe di piume. Staremo a vedere come reagirà il mercato di fronte a questa svolta così radicale, di certo il cambiamento è di per sé positivo. Da Max Mara, invece, l'ispirazione era il classico look à la marinière, che viene però decostruito e attualizzato in una collezione dall'elaganza asciutta e sofisticata.

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