Diciamo la verità, un poʼ eravamo abituati alle Volkswagen con segreti nascosti sotto il cofano. Tipo il "Maggiolino tutto matto" che sbaragliava la concorrenza più agguerrita nella celebre saga della Disney. Ma erano film ed Herbie era simpatico, facevamo tutti il tifo per lui anche se non sapevamo qual era il suo segreto. Oggi è diverso: lo scandalo che ha travolto Volkswagen in Usa non diverte come quei film, soprattutto quando gruppi come General Motors e Toyota stanno pagando, rispettivamente, 900 milioni e 1,2 miliardi di dollari di penali per difetti di fabbricazione costati molte vittime.
Da qui la richiesta di sanzioni (si parla di 18 miliardi di dollari!) e dʼinchieste, in Europa come in Asia, che però potrebbero scoperchiare un vaso di Pandora inimmaginabile sullʼindustria dellʼauto e dei suoi test assolutori in fatto di leggi ambientali. Lʼauto inquina e si sa, più di quel che dicano i test e a dispetto di chi sostiene che ci sono altri fattori, più incisivi, nei guasti ecologici delle nostre città. Per molti lo scandalo Volkswagen significa la fine dei motori a gasolio in Usa, dove non hanno mai goduto di buona fama, perché sono i 4 cilindri TDI sotto i riflettori per i valori taroccati sulle emissioni nocive. Motori in gran spolvero anche in Europa, in Usa montati sui modelli Volkswagen Golf, Passat, Jetta e Beetle (cʼè anche lui, il Maggiolino), più Audi A3 a partire dal 2009. Ma lo scandalo si allarga e potrebbero essere 11 milioni i veicoli coinvolti.
Ma oltre alla fine dei motori diesel in Usa, a rischio cʼè anche qualcosʼaltro. Forse la stessa leadership di Martin Winterkorn, che si è imposta pochi mesi fa nientepopò di meno che sul potentissimo Ferdinand Piech, nipote di Ferdinand Porsche e da oltre due decenni demiurgo delle sorti del più grande gruppo auto europeo (e cʼè già chi sospetta la longa manus di Piech dietro la vicenda). Ma potrebbe finire anche lʼ"eccezione Volkswagen", quella norma da sempre in contrasto con la libera concorrenza nellʼUnione Europea che attribuisce al Land della Bassa Sassonia (azionista Volkswagen) un potere di veto che impedisce qualsiasi scalata del colosso.