LA SORELLA DEPONE AL PROCESSO

La sorella: "Yara non era preoccupata" Un altro uomo su luogo ritrovamento

Keba Gambiraiso ripercorre il rapporto con la 13enne uccisa nel 2010. E da un'altra deposizione spunta la presenza di un 50enne nel campo di Chignolo quando è stato rinvenuto il cadavere della ragazzina

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"Se fosse successo qualcosa di preoccupante lo avrei saputo". Lo afferma davanti al giudice Keba Gambirasio, la sorella della 13enne uccisa nel 2010, nella deposizione al processo contro Massimo Bossetti. "Se avesse ricevuto qualche strano approccio me lo avrebbe detto", ha aggiunto la ragazza ripercorrendo il rapporto con Yara e spiegando che se ci fosse stato qualcosa di strano nei giorni precedenti alla scomparsa se ne sarebbe accorta.

Intanto dalla deposizione di Ilario Scotti, l'aeromodellista che ha trovato il corpo della ragazzina, spunta la presenza di un altro uomo nel luogo del ritrovamento del cadavere di Yara (il campo di Chignolo, ndr). Quella persona, secondo il teste, sarebbe rimasto sul posto fino all'arrivo della polizia.

"Era poco più alto dell'utilitaria da cui è sceso - ha raccontato Scotti - e aveva una età di 50/55 anni. E' salito su un panettone di cemento a bordo del campo e mi ha guardato per 10-15 minuti. Ho colto qualcosa di strano: guardarmi va bene ma per 15 minuti...".

In aula, durante il processo a Massimo Bossetti, Scotti ha spiegato che dopo aver recuperato il suo aereo modello, vide quello che "sembrava un mucchio di stracci". "Mi avvicinai e mi accorsi che era un cadavere - ha ricostruito -. Rimasi in quel posto per il timore di non riuscire a vederlo più. Chiamai il 113. Mi dissero: ha le scarpe? Nere, risposi. Pantaloni? Neri. Non si muova da lì, mi risposero".

Scotti ha raccontato di essere stato - dal 26 novembre del 2010, giorno della scomparsa di Yara Gambirasio, al suo ritrovamento, esattamente 3 mesi dopo - una decina di volte nel campo per far volare i suoi aeromodelli, di mercoledì e di sabato. Quel sabato fu il cattivo funzionamento di uno dei suoi aerei che fece sì che scoprisse il corpo della ragazza.

Tra le persone sentite anche Fabrizio Francese, che nel tardo pomeriggio del 26 novembre 2010 ha visto Yara mentre andava a prendere la figlia della sua compagna al centro sportivo di Brembate Sopra, al termine dell'allenamento di ginnastica ritmica. "Io stavo entrando, lei stava uscendo ci siamo incrociati. Mi ha sorriso e io le ho detto: ciao Yara", ha detto.

Proprio mentre entrava in palestra, si imbatté nella ragazzina, che stava uscendo. Erano circa le 18.40, l'ora in cui si persero le tracce della 13enne, e Fabrizio Francese lo seppe indicare agli inquirenti con una certa precisione, perché prima di scendere dall'auto aveva letto l'ora sull'orologio del cruscotto.

"L'ha vista uscire dalla palestra?", gli è stato chiesto. "Per vederla uscire avrei dovuto guardare indietro ma ho sentito la porta che si chiudeva", ha risposto. Francese ha anche detto di non avere visto furgoni nei pressi della palestra e, a proposito di Massimo Bossetti ha detto "non era un viso da me conosciuto".