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Migranti, a ottobre i ricollocamenti: in Italia esperti per gli hotspot

Pronti i centri in cui sarà effettuata un'iniziale identificazione di chi arriva in Italia e una scrematura tra chi ha diritto all'asilo e chi invece va rimpatriato

ansa

Nuovi passi in avanti verso l'inizio dei ricollocamenti dei migranti. Entro ottobre saranno infatti attivi i primi hotspot, ovvero i centri in cui sarà effettuata un'iniziale identificazione di chi arriva in Italia e una scrematura tra chi ha diritto all'asilo e chi invece va rimpatriato. Lo ha reso noto la Commissione Ue, spiegando che "gli esperti di Easo, Frontex, Eurojust ed Europol sono in Italia e gli hotspot stanno iniziando a funzionare".

Secondo quanto ribadito da Natasha Bertaud, portavoce della Commissione Ue per l'immigrazione, "gli hotspot sono gruppi di persone delle agenzie Ue" che contribuiscono, in concertazione con le autorità italiane, alla registrazione dei migranti e non si tratta di centri di accoglienza. Gli esperti sono già stati dislocati e stanno lavorando nei cinque punti individuati: Augusta, Pozzallo, Porto Empedocle, Trapani e Lampedusa, mentre il quartier generale si trova a Catania.

La roadmap italiana sugli hotspot è arrivata a Bruxelles, spiegano fonti Ue, e sono già in corso incontri operativi sulla sua attuazione. Inoltre il primo ottobre è previsto una riunione al quale prenderanno parte le autorità greche, italiane e gli ufficiali di collegamento, che darà il via ai primi ricollocamenti dei 40mila siriani ed eritrei (24mila dall'Italia e 16mila in Grecia) in due anni.

Lo scopo della Commissione Ue - chiariscono fonti - è che il lavoro di registrazione dei migranti condotto dalla task force europea ed i ricollocamenti "avanzino in parallelo". Per coloro che rifiutano di farsi registrare è prevista, come ultima risorsa, la detenzione.

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