La ricerca Tecnè: una fiducia che cresce a ritmo del Pil
Nonostante cresca la quota di ottimisti, la maggior parte degli italiani teme ancora un peggioramento della situazione economica del paese e del proprio nucleo familiare
La domanda è: siamo fuori dalla crisi? Tecnicamente l'Italia non è più in recessione, ma la crescita avanza lentamente. Una condizione che si riflette sulla percezione degli italiani: un leggero miglioramento della fiducia delle famiglie quanto è lieve il miglioramento del nostro Prodotto interno lordo.
La ricerca Tecnè: una fiducia che cresce a ritmo del Pil
L'ultima indagine di Tecné che per Tgcom24 ha elaborato i dati Istat, rileva infatti che ancora per il 51% del campione la situazione economica italiana è peggiorata rispetto ad un anno fa, a fronte di un 14% che si mostra più ottimista. Si tratta di dati che, confrontati con gli anni passati, e in particolare con il 2011, mostrano comunque un miglioramento: nel 2011 solo il 2,7% la pensava in questo modo mentre il 78% credeva che la situazione fosse peggiorata rispetto ad un anno prima.
Riguardo le prospettive future, dall'analisi emerge come il trend innescato nel 2014, che vede gli ottimisti superiori ai pessimisti, si sia confermato anche nell'anno in corso. Prima dello scorso anno, infatti, la quota di quanti temevano un peggioramento nei dodici anni successivi a quello di riferimento era più elevata rispetto a quanti si aspettavano un miglioramento. Ad oggi il 42,9% degli intervistati crede in un miglioramento nel corso dei prossimi dodici mesi, mentre il 25,3% un peggioramento (per il 30,1% la situazione rimarrà invariata).
Veniamo ora alla percezione degli italiani riguardo la situazione economica della propria famiglia: rispetto agli anni passati Tecnè non ha rilevato sostanziali cambiamenti: solo il 3,5% dichiara di aver riscontrato dei miglioramenti rispetto a dodici mesi prima. Per la maggior parte degli italiani, il 56,2%, la situazione è, invece, rimasta invariata, mentre per quattro italiani su dieci (il 40,3%) è peggiorata (era al 46,7% nel 2014 e al 39,5% nel 2011).
In definitiva le aspettative sul futuro della situazione economica della propria famiglia non riflettono necessariamente quelle riguardanti la situazione generale. La quota di quanti attendono un miglioramento, quindi, è piuttosto esigua e mostra un timido rialzo.
Passando invece al bilancio familiare occorre fare una precisazione: se il 52,3% degli italiani riesce a far quadrare il bilancio e il 20,3% riesce addirittura a risparmiare è perché lo fa, in molti a casi e nonostante la lieve ripresa dell'ultimo periodo, anche a danno dei consumi. Da notare anche come il 26,7% dichiari di usare i risparmi o di contrarre debiti.
Mentre nel 2011 e nel 2012 la maggior parte del campione si aspettava un aumento dei prezzi, negli ultimi tre anni le aspettative sono cambiate, tanto che oggi la maggior parte degli intervistati (il 56,9%) si aspetta ancora che i prezzi rimangano stabili o in diminuzione, alimentando così un ulteriore ritardo nell'acquisto di beni fintanto che non cambieranno le aspettative. Nonostante ciò, però, sembrano migliorare (anche se lievemente) le intenzioni di acquisto di beni durevoli: aumenta di un punto percentuale la quota di quanti intendono acquistarne più di prima (dal 5,4% del 2014 al 6,4%). La quota di quanti contano di acquistarne meno passa dal 55,6% del 2014 al 50,8% del 2015. Indifferente il 40,9%.
Un miglioramento generale, seppur cauto, riguarda le aspettative sul mercato del lavoro: cresce infatti la quota di quanti credono che la disoccupazione diminuirà (era al 18% nel 2014 mentre si attesta al 29,9% nel 2015). Per il 31,2% rimarrà stabile (26,9% nel 2014) mentre aumenterà per il 37,5%( contro il 53,2% dello scorso anno).
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