Quote obbligatorie per suddividere 160mila profughi, multe per chi vuole un opt-out, rimpatri più veloci. Sono alcune delle principali proposte approvate dalla Commissione Ue per affrontare la crisi dei profughi e presentate dal presidente Jean-Claude Juncker nel suo discorso sullo Stato dell'Unione all'Europarlamento. Ecco i punti qualificanti del suo piano.
Ricollocamento di emergenza - Sarà attuato all'interno dell'Unione europea, dove saranno redistribuiti 120mila rifugiati in arrivo da Italia (15.600), Grecia (50.400) e Ungheria (54mila). La ridistribuzione segue una chiave obbligatoria fondata su criteri obiettivi (40% per il volume della popolazione, 40% per il Pil, 10% per la media delle domande di asilo presentate in passato, 10% per il tasso di disoccupazione) e si applica alle nazionalità con una percentuale di riconoscimento medio della richiesta di asilo a livello dell'Ue superiore al 75%.
Questa nuova proposta si somma a quella di maggio per ricollocare 40mila persone da Italia (24mila) e Grecia (16mila). Con i due schemi si arriva a un totale di 160mila. Lo schema sarà corredato da un sostegno di 780 milioni di euro dal bilancio Ue agli Stati membri che partecipano, compreso un prefinanziamento del 50% per garantire che le amministrazioni pubbliche dispongano dei mezzi per intervenire con rapidità.
Clausola di solidarietà temporanea - Se, per motivi giustificati e obiettivi come, ad esempio, una calamità naturale, uno Stato non può temporaneamente partecipare in toto o in parte a una decisione di ricollocamento, sarà tenuto a versare un contributo finanziario al bilancio dell'Ue per un importo dello 0,002% del suo Pil. La Commissione europea analizzerà i motivi notificati dal Paese e deciderà se ne giustificano la mancata partecipazione al programma, per un massimo di 12 mesi. In caso di partecipazione parziale, l'importo sarà ridotto in proporzione.
Meccanismo permanente di ricollocamento - La Commissione propone un meccanismo di solidarietà strutturato che può attivare in qualsiasi momento per aiutare gli Stati membri di fronte a situazioni di emergenza. Tali circostanze saranno definite dalla Commissione in base al numero delle domande di asilo degli ultimi sei mesi, pro capite, e in base al numero degli attraversamenti irregolari delle frontiere negli ultimi sei mesi. Si applicano gli stessi criteri di distribuzione, obiettivi e verificabili, delle proposte di ricollocamento d'emergenza. Il meccanismo permanente terrà conto dei bisogni, della situazione familiare e delle competenze dei richiedenti asilo. Anche in questo caso si applichera' la clausola di solidarietà temporanea.
Elenco Ue dei Paesi d'origine sicuri - Consentirà di trattare più rapidamente le domande di asilo dei candidati provenienti da Paesi che tutta l'Ue considera sicuri e di accelerarne il rimpatrio se la valutazione individuale della domanda conferma che non sussistono le condizioni del diritto all'asilo. Bruxelles propone di inserire nella lista Serbia, Turchia, Albania, Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Kosovo, Montenegro.
Politica di rimpatrio più efficace - La Commissione propone un piano d'azione che prevede di rafforzare l'attuazione della direttiva in materia, migliorare la condivisione delle informazioni, rafforzare il ruolo e il mandato di Frontex. In parallelo è stato adottato un manuale che offre alle autorità nazionali istruzioni pratiche per eseguire i rimpatri dei migranti che non hanno diritto di restare in Ue.
Sostegno dei rifugiati - Previste popi norme ad hoc degli appalti pubblici per le misure di sostegno dei rifugiati. Gli Stati devono rispondere in modo adeguato e rapido ai bisogni più urgenti di chi chiede asilo asilo come alloggio, generi di prima necessità, servizi. La comunicazione fornisce indicazioni alle autorità nazionali su come fornire tali servizi in modo veloce ed efficiente nel rispetto delle normative Ue.
Fondo per l'Africa - Bruxelles ha stanziato 1,8 miliardi di euro per istituire un "trust fund" di emergenza per affrontare le cause profonde della migrazione irregolare dal Sahel, Lago Ciad, Corno d'Africa e dell'Africa settentrionale. Il fondo sosterrà queste regioni nello sviluppare maggiori opportunità socioeconomiche e migliori politiche di gestione della migrazione. Bruxelles attende un contributo attivo anche dagli Stati membri. La Spagna, ad esempio, ha già confermato la sua partecipazione.
Procedure d'infrazione più aspre - L'altra faccia della solidarietà offerta agli Stati in prima linea è che tutti devono dar prova di responsabilità nell'applicare le regole comuni dell'Ue. A tal fine, questa settimana la Commissione inasprisce anche le procedure d'infrazione e applica l'approccio dei centri "hotspot" negli Stati membri in prima linea.