Elisabetta, la regina da record: il suo è il regno più lungo della storia britannica
Il 9 settembre supera Vittoria, al trono per 63 giorni e 217 giorni
Giorno da segnare sul calendario in Gran Bretagna. Il 9 settembre la regina Elisabetta II supera il record di Vittoria, diventando la Sovrana britannica che ha regnato più a lungo nella storia del Paese. Elisabetta, come aveva già fatto Vittoria, passerà la giornata, a Balmoral, dopo l'inaugurazione di una nuova ferrovia scozzese. Non ci saranno festeggiamenti, ma solo i ringraziamenti nei confronti dei sudditi britannici e di quelli dei 53 Paesi del Commonwealth.
Elisabetta, la regina da record: il suo è il regno più lungo della storia britannica
Dall'Impero al nuovo Millennio - Elisabetta divenne regina nel 1953, nel pieno del periodo postcoloniale, quando l'Impero andava verso la completa dissoluzione, per regnare nei difficilissimi anni Settanta e Ottanta, con le tensioni sociali che scuotevano la nazione e il sanguinoso conflitto nord-irlandese che imperversava. Il Paese ha superato tutte queste difficoltà, anche grazie alla presenza, mai ingombrante, dei Windsor e della sovrana, che ha vinto anche la sfida di una modernizzazione molto rapida e di una nazione diventata punto di riferimento europeo per economia e tecnologia.
C'è chi la critica per essere la sovrana più neutrale della storia britannica - Più longeva che grande. E' questo il controverso giudizio dello storico britannico David Starkey. "Non ha fatto o detto nulla che qualcuno ricorderà", ha tuonato, lapidario, lo studioso, attirandosi le ire dei sudditi che invece pensano proprio il contrario.
E chi invece pensa che la sua forza sia proprio la sua neutralità - Non ha mai rilasciato un'intervista o espresso un'opinione in merito agli avvenimenti non esercitando così alcune influenza politica. Questo per molti storici, a differenza di Starkey, è il suo punto di forza. Non esprimendo un'opinione infatti non ha commesso errori. Diventando una figura imperturbabile. L'unico neo è forse stato quello di non interpretare per tempo il sentimento popolare di cordoglio per la morte di Diana.
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