Un freno alla competitività

La pressione fiscale sulle aziende italiane

Nel nostro paese il Total tax rate è al 65,4% dei profitti. Solo la Francia fa peggio

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Dopo le rassicurazioni del premier Matteo Renzi riguardo il taglio alle tasse Imu e Tasi sulla prima casa, il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan rilancia con l'annuncio di un taglio anche alle tasse a carico delle imprese, assicurando che "avverranno in un contesto di copertura stabile".

A partire dalla prossima legge di Stabilità, spiega quindi il ministro, verranno aggredite anche quelle imposte che mettono i bastoni tra le ruote di una competitività necessaria al consolidamento della ripresa del Paese.

In effetti, è difficile essere competitivi quando si è all'ultimo posto in Europa per la facilità del sistema fiscale per le imprese. Secondo un'elaborazione del Centro Studi ImpresaLavoro l'Italia occupa l'ultimo gradino in Europa e il 141esimo nel mondo. Si tratta di un ranking basato su parametri come l'intensità della pressione fiscale, la complessità del sistema e la tempistica necessaria per pagare le tasse allo Stato.

Nel nostro Paese la pressione totale a carico delle imprese si attesta, infatti, al 65,4%. In calo rispetto al 65,8% dello scorso anno ma ancora troppo elevata per scendere dal secondo posto (alle spalle del 66,6% della Francia) del podio. A seguire troviamo la Spagna con un Total tax rate pari al 58,2% dei profitti, la Germania si piazza invece nona in Europa con un 48,8% mentre il Regno Unito 21esimo con una pressione del 33,7%.

Secondo un Rapporto dell'Osservatorio Cna, se presa in considerazione solo la piccola e media impresa, la pressione fiscale si attesta al 62,2%, in calo dell'1,7% rispetto al 2014, ma pur sempre superiore al 59,2% del 2011 (anno zero del federalismo fiscale).