studentessa discriminata in egitto

Mariam, da genio a zero in pagella Studentessa discriminata in Egitto

Il caso della 17enne punita dai prof sta facendo il giro del mondo. La ragazza ha visto infrangersi il sogno di entrare alla facoltà di medicina, ma sta lottando per i suoi diritti: sotto accusa la corruzione dei docenti

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Troppo povera per garantirsi un futuro. Mariam Malak, 17enne di Minya, ha sempre studiato e brillato per i suoi voti: promossa i primi due anni della scuola superiore con 96 e 98 su 100, poi la sopresa agli esami dell'ultimo anno, quelli dai quale dipendeva il suo futuro. Zero su cento, in tutte le prove. Per questo ha deciso di raccontare al mondo intero la sua disavventura e denunciare così la corruzione del sistema di istruzione egiziano.

Gli esami della scuola secondaria sono fondamentali per accedere ai posti limitati decisi ogni anno dal consiglio superiore delle Università, indipendentemente dal numeri dei diplomati. Accessi blndati che garantiscono, a chi entra, la possibilità di un futuro, o almeno il sogno di farcela. Per questo non è una novità che i genitori spendano una fortuna per la preparazione dei loro figli, spesso assumento per le lezioni private gli insegnati delle scuole pubbliche. Ma non è il caso di Mariam: è sempre stata una brillante studentessa, conosciuita da tutti per la sua preparazione, con il sogno di fare medicina. Quando ha scoperto di avre preso zero in tutte le prove ha chiesto di poter verificare di persona i risultati delle sue prove, ma tutti i suoi ricorsi sono stati respinti.

Da quel momento, lei e la sua famiglia hanno iniziato una battaglia legale che ha coinvolto l'opinione pubblica: non solo denunciano la corruzione del stistema di istruzione egiziano, ma anche la discrimininazione religiosa. Mariam è una cristiana copta: questo potrebbe essere stato un "aggravante" in un sistema dove la tacite discriminazioni nei decenni passati hanno sempre condizionato il funzionamento delle istituzioni pubbliche. Mariam è stata ricevuta con molto affetto dal primo ministro Mahlab, e il premier egiziano ha promesso la riapertura del caso per verificare se e come i diritti della "studentessa zero" siano stati effettivamente violati.