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Prato, mostro di Foligno lascia carcere Fine pena in una struttura di sicurezza

Luigi Chiatti trascorrerà tre anni in una Rems, una residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza, in provincia di Cagliari

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Luigi Chiatti, conosciuto come il "mostro di Foligno", ha lasciato il carcere di Prato dove era rinchiuso dal 1993 quando fu arrestato e poco dopo condannato per il duplice omicidio del piccolo Simone Allegretti e del 13enne Lorenzo Paolucci. Chiatti passerà il fine pena in una Rems, una residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza, ex opg, in provincia di Cagliari

In Sardegna - Luigi Chiatti, il cosiddetto Mostro di Foligno, arriverà a breve nella Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), in provincia di Cagliari, dove dovrà restare almeno per i prossimi 3 anni, dopo aver lasciato il carcere pratese della Dogaia. La destinazione, secondo quanto si apprende, è stata individuata ieri sera dopo che era stato scartato il ricovero di Chiatti nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino.

Pericolosità sociale - Chiatti ha di fatto terminato di scontare la condanna a 30 anni di reclusione che gli è stata inflitta dalla Corte d'assise d'appello di Perugia (poi diventata definitiva). Con la sentenza è stata però riconosciuta la seminfermità mentale e la sua pericolosità sociale (confermata a luglio dal tribunale di sorveglianza di Firenze). Di qui la misura di sicurezza che prevede il ricovero in un opg o una Rems per almeno tre anni. Misura comunque rinnovabile. Al termine di questo primo periodo infatti la pericolosità sociale di Chiatti dovrà essere infatti valutata nuovamente.

Le parole del padre di una vittima - "Vorrei parlare con Luigi Chiatti...": è l'auspicio espresso da Luciano Paolucci, il padre di Lorenzo, uno dei bambini uccisi da Luigi Chiatti. Che da tempo ha detto di avere "perdonato" il "mostro di Foligno". "Direi a Chiatti - ha detto Luciano Paolucci - di togliersi di dosso tutte le brutte cose della vita, tutte le difficolta' che ha incontrato. Non c' e' bisogno di uccidere...".

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