VINCENZINA INGRASSIA

Catania, uccide marito: "Mi chiamava lurida mula, continuava a picchiarmi"

Emergono i dettagli di una vita fatta di maltrattamenti: la donna ha raccontato di essere stata bastonata. L'avvocato: "Vada in comunità"

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La detenzione cautelare in una comunità protetta o agli arresti domiciliari. E' la richiesta "meno afflittiva e corrispondente alle esigenze giudiziarie" che l'avvocato Cuscunà intende chiedere per Vincenzina Ingrassia, durante l'udienza di convalida del fermo della donna accusata di avere ucciso il marito, Alfio Longo, a Biancavilla, nel Catanese. La donna agli inquirenti ha raccontato anni di vessazioni: "Mi chiamava lurida mula"

Agli inquirenti Vincenzina Ingrassia ha iniziato a raccontare anni di vessazioni e maltrattamenti. Come riporta l'edizione di La Repubblica di Palermo, per recuperare il suo matrimonio in crisi si era rivolta anche a un consultorio familiare di Biancavilla e lo aveva confidato a padre Carmelo, il prete del gruppo di preghiera "Ecco tua madre" che frequentava.

La coppia era sposata da 40 anni, si erano conosciuti quando lei era appena quattordicenne. Prima la fuitina, poi gli anni di lavoro in fabbrica in Germania. All'apparenza una vita familiare serena, ma dal racconto della donna emerge un uomo completamente diverso: un marito violento che la picchiava continuamente, minacciandola con coltelli e pistole. Armi non dichiarate, che i carabinieri hanno trovato e sequestrato: una calibro 9, un fucile da caccia calibro 12 e munizioni.

Molti i segreti che si celavano dietro quelle mura. Come l'esistenza della marijuana coltivata tra le vigne e essiccata nella mansarda di casa. Enza Ingrassia ha raccontato al magistrato di non poter uscire da sola per fare la spesa e di essere stata costretta ad abortire negli anni Ottanta perché il marito non voleva figli. "Salì sulla mia pancia e mi diede tante di quelle botte che persi il mio bambino", ha raccontato al magistrato Raffaella Vinciguerra. I motivi delle liti erano spesso banali, l'ultimo litigio era scoppiato perché i cani abbaiavano e la vittima aveva iniziato a bastonarli per poi riservare lo stesso trattamento alla moglie. Poche ore dopo la donna lo ha ucciso con lo stesso bastone.