Attimi di tensione tra giornalisti e parenti di Vittorio Casamonica al termine della messa in suffragio del boss. Quando i cronisti si sono avvicinati per fare domande si è creata un po' di ressa e c'è stato qualche spintone da parte dei parenti. "Non provocate, rispettateci, ormai avete visto tutto, fatela finita", hanno detto i parenti ai cronisti. Subito sono intervenuti gli agenti in borghese per ristabilire l'ordine.
"Non è mafia. Noi non facciamo la guerra. Siamo pacifisti. Noi buttiamo fiori mica le bombe come l'Isis. Ci siamo rimasti male perché non ci rispettano", ha affermato Egidia Casamonica, nipote di Vittorio, il boss del clan.
"Se ci sono giornalisti ci fanno diventare più importanti. Siamo famosi, più importanti dei vip", ha proseguito Egidia Casamonica additando il folto numero di cronisti presenti.
Il parroco: mio dovere pregare per un defunto - E' stata una normale messa. E' mio dovere pregare per un defunto. Sono ovviamente d'accordo con il Papa sulla scomunica ai mafiosi perà personalmente non posso sapere di ogni singola persona coma ha vissuto, cosa ha fatto e cosa no, se si è pentita e se ha cambiato vita".Lo ha detto don Francesco Fissore, parroco della chiesa San Girolamo Emiliani a Casal Morena dove si è svolta la cerimonia.
"A sentire i parenti il defunto ha fatto del bene - racconta - e io qui come parroco non ho mai visto nè sentito niente sul loro conto. Alcuni bambini vengono qui a giocare in parrocchia: sono bravi e tranquilli e nessuno dice 'quelli sono i Casamonica': insomma non si vede la differenza".