Una sparatoria si è scatenata a Roye, nel nord della Francia, in un campo nomadi, dove 4 persone sono morte e 3 sono rimaste gravemente ferite. La tv locale France 3 Picardie dice che le vittime di quello che sembra un regolamento di conti sono un uomo, una donna e un bambino: tutti quanti abitavano nel campo. Morto anche un gendarme. I feriti gravi sono un bambino piccolo, un agente e la persona che ha sparato per prima.
Secondo quanto riferiscono i media locali, i primi spari sono partiti intorno alle 16.30. Subito sul posto sono accorsi numerosi gendarmi, che hanno tentato di fermare l'assalitore, che ha però risposto al fuoco, ferendone gravemente due (uno dei quali è poi deceduto), ma restando a sua volta colpito da un proiettile.
I due agenti sono stati rapidamente trasportati all'ospedale universitario di Amiens, in "stato di urgenza assoluta", ma per uno di loro non c'è stato nulla da fare. Nell'area del campo nomadi, nella periferia della cittadina, vicino a un ipermercato, la tensione è rimasta elevata anche dopo la sparatoria.
Polizia e gendarmi hanno stabilito un perimetro di sicurezza, con anche un elicottero che per diversi minuti ha sorvolato la zona, ma tra gli abitanti del campo c'era forte nervosismo e fastidio per la presenza di agenti e soccorritori.
La tv France 3 Picardie riferisce che alcuni giornalisti, tra cui un loro operatore e un cronista del Courrier Picard, sono stati insultati e spintonati da alcuni giovani nomadi, e sono stati costretti ad allontanarsi rapidamente dalla zona.
Ingenti misure di sicurezza sono state decise anche intorno all'ospedale dove restano ricoverati i tre feriti, il secondo gendarme e due nomadi di cui un bambino piccolo, quasi tutti in pericolo di vita. Una ventina di agenti in tenuta antisommossa presidiano l'ingresso visitatori, e la sala d'aspetto è stata evacuata, dato che si aspetta "una forte affluenza di parenti delle vittime", che potrebbe generare ulteriori tensioni, se non violenze. Secondo i primi elementi delle indagini, riporta sempre France 3, si tratterebbe di un regolamento di conti interno alla comunità nomade.