La riforma Franceschini rivoluziona non solo i "top 20", ma anche tutti gli altri 400 musei statali. Entro l'autunno arriveranno i nuovi direttori selezionati tra i funzionari del ministero dei Beni culturali: le procedure sono infatti già a uno stadio avanzato. Ogni istituto avrà uno statuto e una contabilità trasparente e grande spazio sarà dato ai servizi al pubblico, alle attività per raccogliere fondi, all'educazione e alla ricerca.
I nuovi direttori, per i quali all'interno del ministero di Via del Collegio romano è già partita la procedura d'interpello, vengono selezionati dai direttori dei poli museali regionali. La riforma prevede aree dedicate non solo alla cura delle collezioni e alle mostre, ma anche ai servizi offerti al pubblico, al fundraising e alla ricerca, in stretto rapporto con scuola e università.
I direttori dei poli museali regionali assicureranno il coordinamento dell'offerta culturale nella Regione per conservare e valorizzare l'idea di museo-diffuso.