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I Casamonica: dalle origini nomadi a principi dello spaccio e dell'usura

Il clan di "don Vittorio" fu colpito da una maxiretata nel 2013, quando gli furono sequestrate 23 ville con piscine, Rolls-Royce e Ferrari

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Fanno parte della "generazione" mafiosa degli anni Settanta i Casamonica, la famiglia del boss mafioso sepolto giovedì a Roma con una cerimonia funebre stile padrino nella chiesa don Bosco di Cinecittà. In quegli anni i Casamonica facevano da spalla alla Banda della Magliana, per la quale controllavano la parte est della capitale. Ma sono cresciuti. Tanto e in fretta.

Ramificazioni al Nord e in varie regioni del Sud, la famiglia era nota per le sue origini nomadi (Vittorio era soprannominato il re degli zingari). Ma in realtà il suo clan è ben radicato nella Roma di oggi, dove il suo peso si è consolidato negli anni Ottanta e Novanta, quando i Casamonica si sono conquistati a pieno titolo attività di spaccio, truffa, estorisioni, usura. E oggi hanno "un migliaio di aderenti", dice il dizionario Castelvecchi sulle mafie.

Colpiti più volte dalla giustizia, tra maxiretate e sequestri di beni, i Casamonica spiccano per lussi e bella vita. Il maxisequestro del 2013 portò via alla famiglia 23 ville con piscina, Rolls-Royce, Ferrari e una pista da trotto. Coinvolgendo una trentina di pusher. Il nome dei Casamonica compare anche nell'inchiesta Mafia Capitale per il rapporto tra Massimo Carminati e Luciano Casamonica.

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