"Da gennaio a giugno 2015 l'Ue ha ricevuto già più di 400mila richieste di asilo. Il totale del 2014 era stato di 600mila". Sono i dati forniti dalla Commissione Ue che ha sottolineato come non si tratti di una crisi greca o italiana o tedesca. "Questa - ha detto - è una crisi migratoria globale che richiede azioni congiunte coraggiose". La Germania ha reso noto di attendere almeno 800mila richieste d'asilo per il 2015.
Germania: "Potrebbe essere necessario rivedere Schengen" - Particolarmente allarmato il governo tedesco: le 800mila richieste di asilo che Berlino stima arriveranno complessivamente nel 2015 rappresentano un flusso enorme di difficile gestione, che porta il ministro tedesco dell'Interno Thomans De Maiziere a non escludere, alla lunga, la necessità di una verifica del funzionamento di Schengen, l'accordo sulla libera circolazione.
Vienna: "Revisione del regolamento di Dublino o Corte Ue" - "E' un problema europeo e come tale deve essere affrontato", ribadiscono da Bruxelles, mentre il governo di Vienna minaccia di trascinare l'esecutivo comunitario alla Corte di giustizia Ue, se entro i prossimi due mesi non proporrà una revisione del regolamento di Dublino (secondo il quale il primo Paese di ingresso è competente per l'asilo).
L'Austria ritiene che la normativa sia ingiusta perché le rigidità imposte fanno sì che il 90% dei migranti si concentri in soli 10 Stati su 28. L'intenzione, spiegano, è quella di fare leva sull'articolo 80 del Trattato di Lisbona, che sancisce il principio di solidarietà e una giusta ripartizione della responsabilità tra Paesi.
La Slovacchia riduce il numero di ricollocamenti e li vuole "tutti cristiani" - Ma a dimostrazione di quanta poca solidarietà sia dimostrata da alcune capitali europee, basti l'esempio di Bratislava che fa sapere di essere disponibile a ricollocare solo duecento persone, cento richiedenti asilo (rispetto ai 785 previsti dalla chiave di ripartizione della Commissione) per alleviare la pressione in Italia e Grecia e cento dai campi profughi (rispetto ai 319 indicati da Bruxelles) ma solo se "sono tutti cristiani".
La Ue alla prova del ricollocamento dei richiedenti asilo - Nonostante il forte appoggio della cancelliera tedesca Angela Merkel alla politica sull'immigrazione imboccata dal team di Jean Claude Juncker e l'asse con Svezia e Italia, la strada dei negoziati che riprenderanno a settembre resta tutta in salita. Tra i primi scogli da affrontare: riuscire ad innalzare la quota dei ricollocamenti da 32mila a 40mila entro fine anno, come previsto. Un punto sarà fatto già al prossimo consiglio dei ministri dell'Interno Ue, di ottobre.
Ma la vera grande partita, dove si giocherà una battaglia decisiva, è la proposta legislativa per un meccanismo di ricollocamento permanente su scala Ue, da attivare in caso di emergenza, che sarà presentata dalla Commissione Ue a dicembre.