Thatcher Maggioni presidente Rai
TELEBESTIARIO di Francesco Specchia
Due sono le scuole di pensiero sulla rossa thatcheriana Monica Maggioni, milanese, anni 51, figlia di un sindacalista Pirelli e di un'amministrativa del "Giorno", oggi neo presidentessa Rai. La prima: Maggioni è una cronista caterpillar che da inviata di guerra a direttore di Rainews ha scalato tutti gradini del potere interno; è una scelta strategica e servirà il suo indirizzo nella Rai di transizione. La seconda: Maggioni è una cronista caterpillar che non possiede però lo standing per il grande salto manageriale (è donna, ma non è la Moratti, per capirci); è una Lilli Gruber irrealizzata e rientra nel solco delle presidentesse ornamentali in stile Lucia Annunziata.
Entrambe la scuole di pensiero sono degne di rispetto, quel che sarà Maggioni presidente lo si vedrà alla prova dei fatti. Per ora si sa per certo che la signora ha più "sponde" di un fiume in piena. La sua ragnatela di rapporti è spaventosa. La presidentessa è vicina all'ambiente di centrodestra; e nonostante un'intervista bella tosta fatta a Berlusconi (Renzi non l'hai mai intervistato, forse è l'unica...) è stimata dall'uomo di Arcore che, attraverso Gasparri, le ha dato la sua personale benedizione. Ma è pure amata dal Vaticano. Ed è amatissima dall'ambasciatore americano e agli ambienti del Pentagono e della Casa Bianca. Ma è simpatetica anche del pensiero renziano, soprattutto sponda Guerrini e argine Gentiloni (seguiva le agenzie sulla sua designazione dall'Iran, in delegazione proprio col ministro degli Esteri). In più Maggioni è benvoluta e sostenuta dagli ambienti dell'intellighenzia universitar-manageriale milanese, Bocconi in primis e Cattolica - dove s'è laureata in Lingue e letterature straniere - in secundis.
Per non dire delle sue ramificazioni nella Commissione Europea; nel 2014 fu l'unica a moderare il confronto prodotto dall'UER tra i cinque candidati della Commissione. E per non dire, nello stesso anno della sua partecipazione alla riunione annuale del gruppo Bilderberg a Copenaghen, cosa che produsse diverse leggende metropolitane e l'odio inconsunto del Movimento Cinque Stelle. C'è da dire che come giornalista Maggioni è brava e mescola il very pop col very top. Dal '98 al 2001 è stata il volto luminoso di Unomattina. L'anno dopo è stata inviata, unica cronista emebedded, in Iraq. Lei stessa racconta di essersi trovata, in tenda, in bagno a lavarsi i denti circondata da "dieci enormi soldatoni neri" e di non aver fatto un plissè. Considera raccontare la guerra "adrenalina galoppante"; non per nulla sulla materia ha scritto un paio di libri, insegnato all'università, e girato un documentario ("Word54") presentato a Venezia nel 2010. Maggioni non ha un gran rapporto coi sindacati dei giornalisti, ed è cordialmente ricambiata.
Tra i suoi scoop spiccano l'intervista esclusiva al presidente siriano Bashar al Assad e i reportage dalle presidenziali, naturalmente americane. In Rai da giornalista suscita livore e apprezzamento in egual misura; da presidente si vedrà...
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