Spari al corteo per ricordare Brown, dichiarato lo stato d'emergenza a Ferguson
Ferito un 18enne. Gli agenti che hanno sparato si difendono: "Abbiamo solo risposto al fuoco". Ma il padre del ragazzo risponde: "Impossibile, era disarmato"
Tensione alle stelle a Ferguson a un anno di distanza dall'uccisione del giovane afroamericano Michael Brown da parte di un agente di polizia, con le autorità costrette a proclamare lo stato di emergenza. Decine di arresti, inclusi quelli di una ragazzina di 12 anni, dell'attivista Cornel West, professore emerito all'università di Princeton, e del reverendo Osagyefo Sekou. Nella manifestazione di domenica ferito dalla polizia un 18enne nero.
Spari al corteo per ricordare Brown, dichiarato lo stato d'emergenza a Ferguson
Ad alimentare la tensione anche l'uccisione di un 15enne nero a Indianapolis - Il timore è ora che la situazione possa di nuovo peggiorare, e scatenare scontri violenti, come accaduto dopo la morte di Michael Brown. E potrebbe contribuire ad alimentare la tensione anche un altro caso, quello di un altro ragazzo afroamericano di 15 anni, Andrew Green, ucciso dalla polizia.
Secondo quanto riferito dagli agenti, Green avrebbe cercato di scappare a bordo di un'auto rubata, costringendo la polizia ad aprire il fuoco. La ricostruzione però non convince i familiari di Greene, che la respingono seccamente e chiedono ai ragazzi che erano in auto con lui, e che sono riusciti a scappare, di farsi avanti e riferire quello che hanno visto.
Gli agenti: "Abbiamo solo risposto al fuoco" - Secondo le ricostruzioni la sparatoria è avvenuta in seguito agli scontri a colpi di arma da fuoco fra due gruppi rivali a West Florissant Avenue, l'epicentro delle proteste di Ferguson. Il ragazzo ferito, Tyrone Harris, faceva parte di uno dei due gruppi: quattro agenti in borghese lo hanno visto correre all'interno di un parcheggio e si sono diretti, a bordo della loro auto, nella sua direzione, lampeggiandogli con i fari. Harris, secondo la versione ufficiale della polizia, ha quindi aperto il fuoco, e i quattro agenti hanno risposto: uno dei dieci proiettili esplosi alla fine ha colpito il ragazzo.
Scambio di accuse tra polizia e manifestanti - Le autorità hanno presentato nei confronti di Harris 10 capi d'accusa, incluso l'assalto a forze dell'ordine. Critica duramente l'incidente il ministro della giustizia americano, Loretta Lynch. "La violenza oscura ogni messaggio di pace, e mette la comunità e gli agenti che cercano di proteggerla in pericolo".
Le polemiche però riguardano ancora una volta anche la polizia: il Ferguson Action Council, la coalizione che organizza le proteste locali, denuncia la scelta di inviare agenti in borghese senza telecamere nell'area della manifestazione. "Dopo un anno di proteste e di dialogo sulla responsabilità della polizia, l'invio di agenti in borghese senza telecamere e appropriata identificazione nell'area della manifestazione ci lascia ancora una volta solo con il resoconto sull'incidente di un poliziotto, e questo è un problema" afferma Kayla Reed, una delle organizzatrici della manifestazione.
Il padre del ragazzo: "Era disarmato" - Le prime ricostruzioni "alternative" a quelle della polizia dipingono un'altra scena: secondo quanto riferito dal papà di Harris, che cita due ragazze che erano con il 18enne, il giovane era disarmato e stava correndo per salvarsi la vita. "Erano criminali, non manifestanti" afferma il capo della polizia Jon Belmar. "I manifestanti sono coloro che parlano di come cambiare. Non ci possiamo permettere nessun tipo di violenza in giornate come queste ma neanche in nessun altro momento se vogliamo muoverci nella giusta direzione", ha aggiunto Belmar.
Feriti nella mattinata di lunedì anche altri due ragazzi - Le tensioni nell'area continuano: in mattinata è avvenuta un'altra sparatoria, con un uomo che ha aperto il fuoco contro due ragazzi che camminavano sul marciapiede vicino al luogo dove Michael Brown è stato ucciso un anno fa. I due ragazzi, di 17 e 19 anni, sono stati feriti ma non sono in pericolo di vita.
SU TGCOM24