LE ACCUSE DEL VIMINALE

Roma, Alfano: no commissariamento "Marino sottovalutò infiltrazioni"

La relazione sul caso Roma potrebbe arrivare al premier Renzi già nei prossimi giorni. Il Viminale esclude lo scioglimento per mafia ma accusa il sindaco Marino di aver sottovalutato l'organizzazione criminale

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Il Comune di Roma non sarà sciolto per mafia dopo le vicende di Mafia Capitale. E' quanto emerge dalla relazione del prefetto Franco Gabrielli inviata al Viminale. Nei prossimi giorni il rapporto arriverà anche al premier Renzi. Il ministro Alfano non risparmia, tuttavia, accuse durissime al sindaco Marino: sottovalutò le infiltrazioni criminali, pur non essendo coinvolto, né controllò adeguatamente i meccanismi di appalti.

Niente commissariamento, dunque, un'ipotesi gradita a Palazzo Chigi, come ricostruisce il Corriere della Sera, che avrebbe mal sopportato un provvedimento così duro nei confronti della Capitale. Tuttavia il dossier del prefetto , pur evidenziando gravissimi episodi di corruzione dovuti alla banda di Buzzi e Carminati, registra una discontinuità con la giunta Alemanno.

Nel rapporto si lascia aperta l'ipotesi di una "diversa valutazione", che toccherà al governo. Emerge la necessità di non sottovalutare una "ragione di Stato" per non sciogliere il Comune. Sicuramente saranno rimossi i funzionari infedeli. Ma alla luce del prossimo Giubileo e della pubblicità negativa anche sui grandi giornali internazionali, un commisariamento del Comune avrebbe un effetto altamente negativo.

"Le colpe di Marino" - "In alcuni casi - secondo il Corriere della Sera - non si è reso conto di quanto stava accadendo all'interno del Campidoglio oppure ha sottovalutato il problema e le conseguenze sull'affidamento degli appalti e sulla gestione della macchina amministrativa", le accuse principali rivolte al primo cittadino.