Giovanni Keplero è lo scienziato che ha dato il nome al telescopio che a sua volta ha dato il nome al pianeta "gemello" della Terra, Kepler 452B. Astronomo e matematico nato in Germania nel 1571, scoprì le leggi che regolano il movimento dei pianeti: le leggi di Keplero.
Nel suo capolavoro "Astronomia nova", Keplero enunciò le prime due delle tre leggi che portano il suo nome: 1) L'orbita descritta da ogni pianeta nel proprio moto di rivoluzione è un'ellisse di cui il Sole occupa uno dei due fuochi; 2) durante il movimento del pianeta, il raggio che unisce il centro del Pianeta al centro del Sole descrive aree uguali in tempi uguali. La terza legge (il quadrato del periodo di rivoluzione di un pianeta è proporzionale al cubo della sua distanza media dal Sole) venne invece inserita nell'opera "Harmonices mundi libri quinque", trattato non prettamente astronomico ma anche di musica, astrologia e temi pitagorici.
L'importanza delle scoperte di Keplero non venne però immediatamente riconosciuta, e i suoi meriti vennero riscoperti solo quando Newton si servì delle leggi di Keplero, che a quel punto furono accettate dalla comunità scientifica.
Keplero morì in disgrazia e in povertà nel 1630 a Ratisbona, dove venne sepolto. Nonostante la tomba sia andata distrutta, rimane ancora la lapide con l'epitaffio da lui stesso composto: "Mensus eram coelos, nunc terrae metior umbras. Mens coelestis erat, corporis umbra iacet" (Misuravo i cieli, ora fisso le ombre della terra. La mente era nella volta celeste, ora il corpo giace nell'oscurità).