QUASI DECAPITATO

Pesaro, Ismaele fu sgozzato senza motivo Uno dei killer confessa e chiede perdono

Ismaele Lulli fu ucciso dal suo amico geloso. Pensava che il 17enne ci avesse provato con la sua ex, una convinzione sbagliata. Alla vittima fu tesa una trappola

© carabinieri|

Igli Meta, il ventenne che avrebbe materialmente ucciso il 17enne Ismaele Lulli a Sant'Angelo in Vado, ha agito per gelosia. E adesso intende confessarlo. Erroneamente convinto che il ragazzo avesse tentato un approccio con la sua ex, il giovane lo voleva punire. E' uno dei particolari reso noto dai carabinieri a Pesaro. "Ismaele non aveva altre colpe se non di conoscere altre persone che andavano negli stessi posti", ha detto il colonnello Antonio Sommese.

L'avvocato: "Meta confesserà" - Nel carcere di Villa Fastiggi, il ventenne albanese, accusato in concorso con Marjo Mema dell'omicidio, renderà la sua piena confessione nel pomeriggio. Ad annunciarlo è stato il suo legale Salvatore Asole, che ha chiesto al pm Lilliu un interrogatorio formale.

"Il ragazzo mi ha pregato di dire che chiede perdono alla famiglia e alla cittadinanza. E ci tiene a dire che da parte sua non c'era nessuna volontà di uccidere. Ha ammesso di aver attirato la vittima ma solo per dargli una lezione, per un motivo passionale. La situazione gli è poi sfuggita di mano".

La trappola - A Ismaele fu tesa una trappola: il ragazzo incontrò i suoi carnefici Igli Meta e Marjo Mema alla fermata dell'autobus e accettò la proposta di andare a fare un bagno al fiume. Salì spontaneamente sull'auto di Meta "senza costrizioni" hanno spiegato i carabinieri. La vettura si diresse a San Martino in Selva Nera, luogo dell'omicidio.

Un solo colpo coltello, quasi decapitato - Lulli è stato legato con il nastro adesivo da pacchi e colpito alla gola con un coltello sotto ad una croce di ferro, in cima ad un poggio in località San Martino in Selva Nera. Un solo colpo mortale al collo, talmente forte che il 17enne è stato quasi decapitato. La morte è stata rapida.

Dopo omicidio bagno al fiume - Dopo avere ucciso Ismaele e averne gettato il corpo in un dirupo, i due fermati andarono a fare il bagno al fiume progettato insieme alla loro vittima. In questo caso però - spiegano i carabinieri - sarebbe servito per lavare via il sangue. Ismaele, che era più alto e robusto dei suoi aggressori, sarebbe stato colto di sorpresa.

Meta pronto a fuggire in Albania - Quando i carabinieri sono andati a prelevare Igli Meta per interrogarlo, il 20enne probabilmente si stava preparando a fuggire in Albania. Il giovane dormiva in auto e aveva a disposizione una somma di denaro.

Da Mema prime ammissioni - E' stato Marjo Mema a fare le prime ammissioni e a collaborare con gli investigatori. "Si sta cominciando a rendere conto della gravità del fatto". Nella ricostruzione fatta dagli investigatori, Mema, 19 anni, avrebbe un posizione meno grave dell'altro giovane, ritenuto l'esecutore materiale del delitto. Le indagini proseguono. Non ancora trovata l'arma del delitto.