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Assolti da stupro, la vittima non ci sta "Se fossi morta sarei stata credibile?"

La ragazza di Firenze commenta la decisione della Procura di non presentare ricorso contro l'assoluzione, diventata così definitiva

-olycom

"Se fossi morta sarei stata più credibile?". Se lo chiede la ragazza di Firenze che denunciò di essere stata vittima di uno stupro alla Fortezza da Basso nel 2008. I sei giovani imputati sono stati assolti e la decisione della Procura di non ricorrere per Cassazione ha reso la sentenza definitiva. "Vorrei riuscire a scrivere qualcosa che abbia un senso ma non posso perché un senso, questa vicenda, non ce l'ha", scrive in una lettera apparsa in Rete.

In primo grado, il gruppo venne condannato per aver abusato delle condizioni di inferiorità psichica e fisica della ragazza, che sarebbe stata ubriaca. Secondo i giudici d'appello, invece, la ragazza, "se anche non sobria", sarebbe stata comunque "presente a se stessa". La sua versione per i giudici è stata ritenuta "vacillante" e smentita "clamorosamente" dai riscontri.

Non ci sarà però un terzo grado di giudizio, come detto: l'ultimo pronunciamento resterà quello di assoluzione. I termini per il ricorso alla Suprema Corte sono infatti scaduti il 18 luglio.

All'epoca dei fatti gli imputati, tutti italiani, avevano fra i 20 e i 25 anni mentre la ragazza ne aveva 23. Il rapporto avvenne in un'auto parcheggiata nelle vicinanze della Fortezza da Basso.

"Come potete immaginare che io mi senta adesso? - prosegue nella lunga lettera pubblicata su un blog - Non riesco a descriverlo nemmeno io. La cosa più amara e dolorosa di questa vicenda è vedere come ogni volta che cerco con le mani e i denti di recuperare la mia vita, di reagire, di andare avanti, c'è sempre qualcosa che ritorna a ricordarmi che sì, sono stata stuprata e non sarò mai più la stessa".

E aggiunge, firmandosi La ragazza della Fortezza da Basso: "Ciò che più fa tristezza di questa storia che mi ha cambiato radicalmente, è che nessuno ha vinto. [...] Abbiamo perso tutti. Ha perso la civiltà, la solidarietà umana quando una donna deve avere paura e non fidarsi degli amici, quando una donna é costretta a stare male nella propria città e non sentirsi sicura, quando una giovane donna deve sospettare quando degli amici le offrono da bere, quando si giudica la credibilità di una donna in base al tacco che indossa, quando dei giovani uomini si sentiranno in diritto di ingannare e stuprare una giovane donna perché è bisessuale e tanto ci sta".

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