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Il saldo del commercio estero al massimo storico di 44,7 miliardi di euro

Al netto dei prodotti energetici la bilancia commerciale mostra un avanzo di 82,8 miliardi

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Se tutti i dati congiunturali avessero mostrato la stessa dinamicità del commercio estero l'Italia sarebbe uscita dalla crisi da un pezzo. Mentre dopo il lieve recupero del primo trimestre quasi tutti gli indicatori hanno registrato una sorta di rallentamento nei mesi più recenti, le vendite verso l'estero di beni e servizi Made in Italy a maggio hanno messo a segno una nuova crescita sostenuta.

L'Istat, in una recente pubblicazione, ha parlato infatti di un ulteriore +1,5%, risultato della crescita del 2,5% delle vendite verso i mercati europei e del +0,4% realizzato dalle vendite verso i Paesi extra-Ue. Le importazioni sono invece scese dello 0,3% contribuendo all' accrescimento del saldo commerciale.

Nonostante la variazione tendenziale si sia mostrata a livelli più bassi rispetto ai mesi precedenti (+2% contro il +9,2% di marzo e il +9% di aprile), il dato ha contribuito comunque a portare il saldo del commercio estero in positivo per 44,7 miliardi di euro, il valore assoluto più alto mai registrato in Italia dal commercio estero.

Anche per l'incidenza sul Pil, pari al 2,7%, si può parlare di ottimo risultato, dato che si tratta del valore più elevato dal 1997, quando si attestò al 3%.

Come spiega Confartigianato nella sua elaborazione sui dati Istat, i saldi – in rapporto al Pil – risultano positivi per quasi tutti i raggruppamenti di beni, ad eccezione di quelli energetici (al netto dei quali il saldo si attesta a 82,8miliardi di euro): mentre i beni strumentali sono pari al 3,2% e per quelli di consumo all'1,4%, per quelli intermedi si attesta ad un più lieve 0,4%.

Il settore che presenta il miglior saldo con l'estero è quello dei Macchinari e delle apparecchiature, con 50,1 miliardi di euro; segue il settore dei prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori, con 17,8 miliardi di euro e quello dei prodotti in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi ,con un saldo in positivo per 11,4 miliardi di euro.

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