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Enna, seviziano atrocemente il compagno di cella: cinque indagati

L'uomo, un 30enne, in carcere per il furto di un motorino, ha taciuto per paura di ritorsioni contro la sua famiglia

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Un detenuto trentenne, finito in carcere a Enna per il furto di un motorino, è stato seviziato per almeno un mese dai cinque compagni di cella. La vittima ha taciuto per paura di ritorsioni verso i suoi familiari. I cinque lo hanno torturato gettandogli acqua bollente addosso e spalmando detersivi e sale sulle ustioni. Il giovane sarebbe anche stato stuprato. Sulla vicenda la procura ha aperto un'inchiesta.

A denunciare l'accaduto è stata la madre del 30enne - Ad accorgersi dei segni che il figlio portava su di sé è stata la madre durante un colloquio in carcere. E sono scattate le verifiche. Il giovane ora rischia di perdere un piede. La procura ha aperto un'inchiesta e il ministero della Giustizia avrebbe disposto un'indagine interna per accertare la dinamica dei fatti e perché nessuno, tra chi opera nella struttura penitenziaria, si sia accorto di nulla.

Per tutto il tempo in cui sono durante le torture, i cinque aguzzini impedivano al 30enne di uscire dalla cella nel timore che altri notassero le ferite.

Compagni di cella sono ora accusati di violenza sessuale di gruppo - I responsabili delle sevizie sono tutti catanesi, come la vittima, e sono detenuti comuni per reati vari, ma nessuno a sfondo sessuale. Il più giovane ha 20 anni, il più grande ne ha 46, gli altri tre sono trentenni. Ora, in relazione a quanto accaduto, sono accusati di violenza sessuale di gruppo, lesioni gravissime, sevizie. Tre sono stati trasferiti in un altro carcere, mentre altri due sono ancora, in isolamento, a Enna.

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