Quattro persone (tra cui un padre, una madre e il figlio) sono state trovate uccise in un'abitazione di Trentola Ducenta (Caserta). Il movente è da ricondurre a una lite per un posteggio auto che andava avanti da molto tempo tra i vicini. I militari hanno fermato un agente di polizia penitenziaria, che si è costituito dopo la strage. "Ho combinato un macello, ho ucciso i miei vicini", ha affermato Luciano Pezzella.
La lite per il posteggio di un furgone - Stando a una prima ricostruzione dei fatti, l'omicida era sceso di casa e ha iniziato a litigare con i vicini, una famiglia che gestisce un'impresa ortofrutticola, per un furgoncino parcheggiato dove secondo lui non doveva stare. E' poi salito nel suo appartamento, ha preso la pistola d'ordinanza, si è recato dai vicini, padre, madre e figlio, e ha fatto fuoco uccidendoli. La fidanzata di quest'ultimo si è salvata perché non era nell'appartamento, ma al piano di sopra del palazzo, al momento della sparatoria.
La quarta vittima è un cliente - Una volta in strada l'agente penitenziario ha ferito mortalmente un cliente, che era andato a comprare della frutta. L'assassino si è poi costituito nella caserma dei carabinieri di Aversa. Sembra che proprio il parcheggio del furgone fosse una costante causa di litigio tra l'agente penitenziario e le vittime. L'uomo è morto in ospedale per le gravi ferite riportate nella sparatoria.
I nomi delle vittime - Si chiama Luciano Pezzella di 49 anni l'agente di polizia penitenziaria arrestato per la strage di Trentola Ducenta. Le vittime sono invece Michele Verde, la moglie Vincenzina e il figlio Pietro (31 anni). Il quarto è Franco Pinestra che viveva a San Marcellino.