Il premier serbo Alaksandar Vucic ha lasciato la cerimonia per Srebrenica dopo essere stato colpito da una pietra lanciata dalla folla inferocita che lo contestava. Leggermente ferito, Vucic ha abbandonato le celebrazioni organizzate in occasione dei vent'anni dal genocidio di 8mila bosniaci musulmani per tornare a Belgrado. "La mano della riconciliazione rimane tesa", dichiara poche ore dopo l'aggressione.
"Era orribile, hanno lanciato sassi, scarpe, qualunque cosa avessero sotto mano - racconta un membro della delegazione serba - "La folla gridava cetnici, tornate a casa. Il primo ministro è stato colpito da una pietra in faccia, è stato ferito, ma non era spaventato. Gridavano Allah è grande".
Secondo Blic online, all'ingresso del cimitero dove era in programma la tumulazione di alcune delle vittime del genocidio, la folla inferocita è riuscita ad abbattere le barriere di protezione, dirigendosi verso Vucic e i suoi collaboratori, gettando pietre, bottigliette d'acqua e scarpe.
Portavoce Vucic: "Rotti gli occhiali" - "La pietra lanciata dalla folla ha avuto l'effetto di rompergli gli occhiali". Lo ha rivelato la portavoce di Vucic dopo che il primo ministro serbo ha lasciato le commemorazioni per rientrare a Belgrado.
Vucic rilancia: "Riconciliazione" - "La mano della riconciliazione rimane tesa". Lo ha detto poche ore dopo l'aggressione il premier Vuvic. Il primo ministro serbo ha anche esortato i suoi concittadini a continuare a trattare i vicini Bosniaci come amici. Visibilmente sotto shock, Vucic ha detto che si è trattato di un attacco organizzato e ben preparato e che dietro non ci sono le famiglie delle vittime innocenti di Srebrenica.