DICHIARAZIONI SPONTANEE AL PROCESSO MAUGERI

Maugeri, Formigoni: mie amicizie non si sono riverberate in scelte politiche

Il senatore Ncd a processo per associazione per delinquere e corruzione. I pm di Milano: "Ha approvato delibere favorevoli in campo sanitario per Daccò e altri 10 imputati in cambio di viaggi e vacanze per 8 milioni"

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"Con il senno di poi posso imputarmi che mi sono esposto con leggerezza in un rapporto personale di confidenza, che all'esterno è stato visto malamente, ma questa amicizia non si è mai riverberata sulle mie scelte politiche". Così Roberto Formigoni sul suo stretto rapporto con Pierangelo Daccò. L'ex governatore lombardo è imputato insieme ad altre undici persone al processo Maugeri con l'accusa di corruzione e associazione per delinquere.

Il senatore Ndc davanti ai pm, che lo accusano di aver approvato delibere favorevoli e dato protezione nel campo della sanità, nei confronti di Pierangelo Daccò e degli altri imputati, in cambio di viaggi e vacanze e altre "utilità" per 8 milioni di euro, si è avvalso della facoltà di non rispondere rilasciando solo delle dichiarazioni spontanee, durate circa tre ore, ai giudici della X sezione penale di Milano.

"Io accettavo i suoi inviti per i viaggi e Daccò si faceva carico delle spese e non ha mai chiesto nulla, anzi io ho provato a pagare e forse una volta ci sono riuscito e poi cercavo di sdebitarmi con delle cene a casa mia o con visite in località turistiche", ha proseguito. "Siamo amici e ci comportiamo da amici l'amicizia è la tipica cosa in cui non ci sono calcoli".

Formigoni ha voluto anche rivendicare "la mia totale onestàe intelligenza" e il fatto che i suoi rapporti personali con Daccò e con l'ex assessore regionale Antonio Simone "non hanno mai avuto influenza sul mio ruolo in Regione e sono certo - ha aggiunto rivolto ai giudici - che voi ne terrete conto".

Nell'ultima parte delle sue dichiarazioni l'ex governatore lombardo ha spiegato che la "Lombardia è l'unica regione in tuta Italia che nei miei anni di amministrazione ha raggiunto il pareggio di bilancio" in ambito sanitario e ha "garantito prestazioni e servizi che sono tra i primissimi in Italia ed Europa".

Inoltre il senatore ha spiegato che Carlo Lucchina, ex direttore della sanità lombarda e imputato nel processo, "ha svolto una funzione egregia". Il processo è stato aggiornato al 6 ottobre, quando verrà ascoltata Carla Vites, imputata e moglie di Antonio Simone.