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Vademecum per i neo-runner: prevenire i problemi articolari? Con l’acido ialuronico si può

tgcom24

Nel mondo in cui viviamo oggi, si corre molto meno e il progressivo aumento delle persone obese e delle patologie correlate alla sedentarietà ne è una prova evidente. Negli ultimi anni però si è assistito a un “ritorno di fiamma” per la corsa: per scaricare le tensioni accumulate durante la giornata, per spezzare i monotoni ritmi quotidiani o semplicemente perché l'impietosa "prova costume" è alle porte. O ancora, perché (forse), complice la crisi economica, per correre bastano un paio di pantaloncini, una maglietta e un paio di scarpe; non si paga un istruttore o un abbonamento e si può correre quando e dove si vuole.

E' così che sono nati i “neo-runner”: molti di loro hanno abbracciato questa disciplina senza aver mai praticato precedentemente una minima attività sportiva e si sono affiancati ai “paleo-runner” (veterani); oggi partecipano a corse di breve, medio, lungo e lunghissimo tratto, in piano, in collina, in montagna, fino ad arrivare agli “Ultra-Trails”, come il valdostano Tor des Géants, in cui le capacità del corpo umano sono spinte all'estremo.

Se è vero che la passione per la corsa può nascere a qualsiasi età, oggi moltissime persone iniziano a correre con continuità anche intorno ai 35-40 anni. Al contempo però crescono le problematiche legate ai sovraccarichi articolari imposti al corpo umano durante la corsa, in particolare alle ginocchia. Come tutti sanno, infatti, la cartilagine articolare è la più soggetta a usura, non ricresce e non si riforma se danneggiata.

Quindi, allo stato attuale, ciò che i runner possono fare per mantenere una buona mobilità articolare il più a lungo possibile è lavorare sulla prevenzione delle patologie da sovraccarico.

Come? Ecco un vademecum per i neo-runner (e non solo):

1. Gestire bene gli allenamenti. Con una tabella, meglio se preparata da un professionista del settore, che indichi la cadenza settimanale, la durata e l'intensità degli allenamenti, e soprattutto come gestire il recupero.

2. Indossare delle scarpe idonee: non conta solo la leggerezza, ma anche la robustezza, la suola, la tenuta a terra, ecc.

3. Indossare un abbigliamento idoneo (in base all'età, al clima, ecc.).

4. Controllare l'alimentazione: è vero che molti corrono per dimagrire, ma se poi non reintegriamo la giusta quota di energia, il corpo si esaurisce e si rischiano guai seri.

5. Controllare l'idratazione: bere non solo quando il corpo lo richiede.

6. Far valutare da un professionista della salute (ortopedico, fisiatra, medico dello sport, fisioterapista) le proprie caratteristiche antropometriche, al fine di verificare la presenza di eventuali fattori di rischio e trovare le relative contromisure.

7. Fare ricorso ad agenti condro-protettori, come l'acido ialuronico.

Ogni articolazione produce, in parte attraverso la membrana sinoviale, un liquido solitamente “filante”, gelatinoso, ricco di acido ialuronico, che ha un duplice scopo:

1. grazie alla sua consistenza “gelatinosa”, crea uno strato di rivestimento superficiale che permette lo scorrimento delle articolazioni, con minor attrito;

2. inoltre, penetrando in parte all'interno della membrana sinoviale, la stimola alla produzione di altro acido ialuronico per mezzo dell'azione di specifiche cellule E' chiaro quindi che il ginocchio del runner, sottoposto a uno stress di alto grado e legato ad un movimento ripetitivo, può trovare un grande giovamento dalla terapia intra-articolare con acido ialuronico.

Inizialmente studiato e commercializzato per le articolazioni artrosiche dell'anziano, è stato presto “trasportato” nella cura della condropatia dello sportivo (più o meno giovane), sia a livello amatoriale che professionistico. Nel corso degli anni la ricerca si è orientata verso lo sviluppo di un prodotto specifico per le esigenze dello sportivo, ed ha portato alla nascita di un nuovo acido ialuronico, definito “di 4° generazione”, lo Hyadd® 4.

Si può immaginare la struttura della molecola di Hyadd® 4 come un insieme di tantissimi “piccoli millepiedi” uniti tra loro a formare un “reticolo” tridimensionale. In questa maniera si raggiunge un duplice obiettivo:

- le molecole di acido ialuronico penetrano nella membrana sinoviale, stimolandola e garantendo la sua funzione all'interno dell'articolazione - mobilità e minore attrito;

- il “reticolo” si adatta alle irregolarità della parete articolare e grazie alla sua “indeformabilità” sopporta molto meglio le forze di trazione e compressione, dato che recupera sempre la sua struttura e mantiene la sua funzione di “shock absorber” anche in caso di sovrauso.

LO SAPEVI CHE…

I runner ai tempi dell'Antica Grecia

Ai tempi degli antichi Greci la corsa era praticata dai “messaggeri” (una sorta di “postino” ancestrale), ed è diventata uno sport a tutti gli effetti nel contesto dei Giochi di Olimpia (precursori delle moderne Olimpiadi): la gara (“Stadion”) consisteva essenzialmente in uno sprint su un rettilineo di 192.28 metri che iniziava con uno squillo di tromba. Si correva su sabbia, a piedi nudi, e sia la linea di partenza che quella di arrivo erano contrassegnate da soglie di pietra. La vita media in quell'epoca era di 41 anni per gli uomini e 36 per le donne. C'è da aspettarsi che pochi “atleti” di quell'epoca soffrissero di patologie articolari che insorgono oggi proprio con l'avanzamento dell'età e il desiderio di essere sempre attivi.

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