Il "Festival dei due Mondi" di Spoleto ricorda Pier Paolo Pasolini nel quarantennale della sua uccisione ad Ostia, avvenuta il 2 novembre del 1975 e lo fa con opere teatrali come "Porcile" o "Il vantone", ma anche con la proiezione del suo capolavoro cinematografico "Uccellacci e Uccellini". "Il Vantone" liberamente ispirato dal "Miles Gloriosus" di Plauto, è stato rappresentato con successo al Chiostro di San Nicolò. L'opera pasoliniana vede come protagonisti Ninetto Davoli ed Edoardo Siravo, con Gaetano Aronica. Delle sensazioni prima del debutto, abbiamo parlato con Ninetto Davoli, indimenticabile protagonista dei film dell'intellettuale friulano, gradito ospite questa settimana a "Popular".
Poter recitare in romanesco, dice Ninetto Davoli, per me in effetti è come "giocare in casa", dal momento che fin dall'inizio della carriera ho sempre parlato così, inoltre questa trasposizione da Plauto in romanesco rappresenta una cosa estremamente originale. Io come al solito non "recito", ma cerco solo di essere me stesso.
Pasolini non amava molto gli attori "tradizionali"
Sì, direi che questa è una cosa ormai assodata, preferiva trovare i suoi personaggi dalla strada come è accaduto per me per Franco Citti, Ettore Garofano, Vittorio Vittori o ancora Femi Benussi. Ad esempio anche "Porcile" rappresentato quest'anno al "Festival dei due Mondi", non avrebbe porto essere affidato, nella sua versione cinematografica, ad attori tradizionali. Pierpaolo apprezzava Eduardo De Filippo e lo utilizzò nei "Racconti di Canterbury" come doppiatore, con lo stesso Eduardo avremmo dovuto realizzare "I Re Magi Randagi" che poi, a causa della morte di Pierpaolo, non fu mai rappresentato.
Pasolini fece anche il "miracolo" di trasformare Totò in un attore "serio"
Pasolini aveva il suo stile cosi come Totò, che fu compreso ed accettato come attore dopo la realizzazione di "Uccelllacci ed Uccellini" film che partecipò al festival di Cannes, dove Totò fu premiato come miglior attore. Il grande comico napoletano avrebbe voluto realizzare film di qualità ed in Pasolini trovò da questo punto di vista un valido interlocutore.
In "Uccellacci e Uccellini" con Totò non recitavate ed era tutto molto naturale
Sì, devo dire che lavorare con lui fu in alcune occasioni divertimento puro, basti pensare che in "Uccellacci edUccelini" alcune scene furono lasciate così come erano, perchè il "ritoccarle" con il montaggio o con il doppiaggio avrebbe tolto loro la spontaneità. Anche ne "Il Vantone" cerco di avere, dal punto di vista della recitazione, questo tipo di approccio: spontaneo e diretto.