In attesa di scoprire quale sarà il futuro della banda ultra larga nel nostro Paese (il governo ha rinunciato all'idea di utilizzare il decreto legge per attuarne il piano di sviluppo) Assotelecomunicazioni (Asstel) ha fornito qualche dato interessante sulla sua diffusione, sul suo utilizzo e sul comparto delle tlc.
Stando ai dati raccolti da Assotelecomunicazioni nel suo ultimo rapporto La filiera delle telecomunicazioni e l'Italia, nel nostro Paese, la banda ultra larga – velocità pari o superiore a 100 megabit al secondo, MBps – è ancora scarsamente diffusa (l'accelerazione degli investimenti attivati dagli operatori ha consentito di passare dal 21% delle abitazioni di dicembre 2013 al 32% di maggio 2015 contro una media Ue pari, a dicembre, al 62%) e poco utilizzata: soltanto lo 0,05% degli italiani si serve delle banda ultra larga contro una media europea del 6,8%.
Lo sviluppo della banda ultra larga rimane uno dei principali obiettivi del governo, come ribadito di recente dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. In linea con la Strategia italiana per la banda ultra larga presentata nel novembre scorso e che prevede la copertura per l'85% della popolazione con connettività di almeno 100 MBps e di almeno 30 MBps per il restante 15% entro il 2020. Ad oggi, in Italia, la velocità media di download è di circa 9,5 MBps: un terzo della velocità media Ue, pari a 28,7 MBps (dati Net Index).
Dal rapporto Asstel emergono statistiche altrettanto interessanti; alcuni relativi alla diffusione della banda larga – ovvero con una velocità ad almeno 2 MBps, secondo la definizione dell'International Communication Union – e il suo utilizzo, altri che fotografano invece l'attuale situazione del comparto delle tlc. Purtroppo le notizie negative (ricavi e occupati in diminuzione) prevalgono numericamente su quelle positive (investimenti in crescita).
Nel 2014 gli operatori delle tlc hanno assistito ad una consistente contrazione dei ricavi (-7%, pari a 2,5 miliardi di euro) che vanno ad aggiungersi alle ingenti perdite accumulate da qualche anno a questa parte: dal 2007 in poi, infatti, le entrate del comparto sono diminuite complessivamente di 14 miliardi di euro (-30%).
L'anno scorso sono calati sia i ricavi da rete mobile (-10%, pari a 1,7 miliardi di euro) sia quelli da rete fissa (-5%, pari a circa un miliardo di euro) con ripercussioni inevitabilmente negative sul fronte occupazionale. Nel corso del 2014, infatti, il numero di addetti impiegati nella filiera delle tlc nel nostro Paese (circa 119.800 unità) è calato del 3%. A crescere, semmai, sono stati gli investimenti: +7% rispetto all'anno precedente.