Tunisia, il terrore sulla spiaggia di Sousse nei racconti dei superstiti
Si sono sentiti il fucile puntato addosso con una mira ben precisa, perché solo occidentali dovevano morire sulla spiaggia tunisina nei piani dei terroristi. Così parla chi è scampato alla strage
Hanno letteralmente visto la morte con gli occhi e proveniva dal mare. Su un gommone carico di armi, puntate solo su chi avesse la pelle chiara e un costume da bagno occidentale. "Mi ha guardato da lontano, kalashnikov in pugno; ho pensato: sono morto, poi si è girato e ha sparato all'impazzata altrove", racconta Ross Thompson, uno dei britannici sopravvissuti. Tom, un altro turista, è riuscito a nascondersi in un bagno, ma sentiva, oltre la porta le grida e le urla di dolore di chi stava assistendo alla scena.
Un'apocalisse di sangue è quella che racconta Rebecca, mentre la paura è ancora negli occhi di Ellie, già rientrata in Inghilterra ma ancora sotto shock: "Pensavo che la mia vita si fermasse lì"; si è salvata solo perché il killer ha puntato in una direzione un po' deviata rispetto a dove si trovava lei. C'è qualcuno che cerca ancora notizie dei propri cari, che si trovavano nel resort della tragedia ma di cui non si sa ancora nulla. Fra questi Mark Stocker: cerca i suoi genitori, negli ospedali non risulta il loro nome, ma nella loro stanza d'hotel sono rimasti i loro bagagli e effetti personali.
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