Morta perché nelle sue vene venne pompata aria al posto del sangue. A due anni dall'operazione che portò al decesso di Laura Marangoni, sono tre gli indagati da parte della Procura di Genova. L'incidente avvenuto all'ospedale San Martino non fu colpa di un guasto al macchinario ma, a quanto risulta finora, un errore dei tecnici che lo dovevano manovrare. Una nuova perizia è stata disposta dal sostituto procuratore.
Secondo quanto riportato da "Il Secolo XIX", i problemi in sala operatoria cominciarono non appena avviata la macchina che deve sostituire le funzioni cardio-polmonari. Il cuore della paziente subì una grave lesione con la lacerazione del ventricolo destro, le condizioni apparvero da subito disperate. "Il congegno - aveva precisato nelle ore successive l'azienda ospedaliera - era stato utilizzato in altre occasioni, senza che avesse mai dato particolari problemi".
A causare il decesso per gli inquirenti fu il mancato controllo della macchina da parte dei perfusionisti; una ricostruzione che toglierebbe ogni responsabilità ai medici. I tre sono stati raggiunti da un avviso di garanzia per omicidio colposo. Non si possono comunque escludere altri colpi di scena, legati alla nuova perizia affidata a tre specialisti in medicina legale, chirurgia vascolare e fisiopatologia.