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Yara, la difesa chiede 711 testimoni L'accusa risponde con altri 120

Manca una settimana all'inizio del processo. Gli avvocati di Bossetti puntano a smontare la prova del Dna sugli indumenti della ragazzina

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Settecentoundici testimoni: tanti sono quelli citati dalla difesa di Massimo Bossetti, accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio. A una settimana dall'inizio del processo, i legali del muratore hanno depositato al tribunale di Bergamo la lista dei testi: 711, appunto, oltre a una cinquantina di consulenti scientifici. Tra i nomi figurano familiari di Bossetti, conoscenti e vicini di casa dei Gambirasio e frequentatori del centro sportivo di Brembate.

Il pm Letizia Ruggeri risponde chiedendo 120 testimonianze, come scrive "Il Giorno". Nell'elenco dell'accusa figura anche Alma Azzolin, di Trescore Balneario. Gli inquirenti ritengono che il suo racconto sia fondamentale per provare che Yara e Bossetti si conoscevano già: a verbale risulta infatti che una mattina tra agosto e l'inizio dell'anno scolastico 2010, mentre era sull'auto parcheggiata a fianco del cimitero di Brembate, aveva visto una vettura grigio chiaro Station Wagon guidata da un uomo, su cui era salito una ragazza. Secondo la donna l'uomo era Bossetti e, almeno da una delle otto foto mostratele, anche Yara.

La difesa intende fare la guerra contro la prova principale che incastrerebbe Bossetti, e cioè la coincidenza tra il suo Dna e quello rimasto sugli indumenti della ragazzina. Sarà infatti chiesta una nuova perizia sulla traccia biologica.

"Non abbiamo l'asso nella manica - ha dichiarato il legale di Bossetti Claudio Salvagni su Telelombardia -, ma Yara è stata uccisa da un branco di ragazzi malati. E' un delitto maturato in ambito giovanile, legato al bullismo".

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