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Coraggio e lungimiranza: così, nel 1949, Sabina Marzadro fondò la sua distilleria

Dopo aver servito una famiglia di politici a Roma per 12 anni, il ritorno in Trentino e la proposta al fratello Attilio di cambiare vita con la grappa

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Correva l'anno 1949. Dopo 12 anni a Roma, al servizio della famiglia di un deputato, Sabina Marzadro torna nelle sue terre, in Trentino. La guerra da qualche anno è finita. L'Italia tenta di rialzarsi, di ripartire. E Sabina sogna di cambiare vita. Propone così al fratello Attilio, contadino, di aprire una distilleria a Brancolino di Nogaredo per fare una grappa di qualità da vendere a un prezzo contenuto. Inizia così la straordinaria avventura della Distilleria Marzadro che, oggi, 66 anni dopo, guidata dalla seconda generazione e con la terza ai nastri di partenza, è arrivata a fatturare 18 milioni di euro.

Come racconta Stefano Marzadro, amministratore delegato della Distilleria trentina, di Sabina Marzadro è rimasto molto, ancora oggi, in azienda. Negli anni l'attività si è ingrandita e, seppur di un solo chilometro, si è spostata da Brancolino a Nogaredo dove, nel 2004, è stata inaugurata la nuova distilleria dalla forma circolare e sovrastata da una cupola di vetro.

Innovazione tecnologica e tradizione si mischiano, si fondono. Perché la famiglia Marzadro possa così continuare a portare avanti il lavoro iniziato, con tanti sacrifici, da Attilio e Sabina.

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