Stefano Fassina rompe con il Pd. Ora arriva la conferma, dopo l'annuncio dell'addio, in sordina, durante un incontro con i militanti di un circolo Dem a Capannelle, alle porte di Roma, a cui era seguita la smentita. "Non ci sono più le condizioni per andare avanti nel Pd e, insieme a tanti e tante che hanno maturato per vie autonome la mia stessa riflessione, proveremo a costruire altri percorsi", aveva detto martedì.
L'accusa ai vertici del Partito democratico - Martedì l'ex Pd aveva accusato i vertici dem e il premier. Parlando dei nuovi progetti, Fassina ora pensa a "percorsi che portano non a una testimonianza minoritaria ma a fare una sinistra di governo su un'agenda alternativa".
Fassina avrebbe voluto ufficializzare l'addio il 4 luglio durante un'assemblea convocata a Roma, alla Garbatella. L'incontro servirà allora "per i delusi dal Pd", spiega Fassina, "per chi ha contrastato la riforma del lavoro, quella della scuola, chi, dirigente o militante, non se la sente più di continuare così".
"Rincomincio da Cofferati e Civati" - "Ricominceremo con i tanti che hanno già lasciato il Pd, con Cofferati, Civati, Pastorino", continua il deputato, "e con Sel". "L'obiettivo è un soggetto unitario della sinistra", prosegue. E' probabile - scrive L'Espresso - e che si organizzi una nuova associazione rispetto a quella già creata da Civati, "per intercettare meglio chi è in uscita dall'orbita renziana".
Speranza: "Non è un bel giorno per il Pd" - "Non è un bel giorno per il Pd. L'uscita di Stefano Fassina deve far riflettere". Lo afferma via Twitter Roberto Speranza, che aggiunge: "Non la condivido ma il Partito democratico deve cambiare rotta".