Addio a Laura Antonelli. L'attrice 73enne è morta d'infarto nella sua casa a Ladispoli, vicino a Roma. A dare l'allarme è stata la domestica che l'ha trovata per terra nella camera da pranzo. La Antonelli ha raggiunto l'apice della popolarità negli anni Settanta e Ottanta, interpretando pellicole erotiche e film d'autore. Nella sua carriera ha lavorato con Giuseppe Patroni Griffi, Luchino Visconti, Salvatore Samperi, Dino Risi e Luigi Comencini.
Il fratello Claudio, l'attore Lino Banfi, l'ex attrice Claudia Koll e uno dei parroci di Ladispoli: sono gli ultimi amici, quelli veri, che l'attrice ha chiesto di chiamare quando sarebbe morta. Lo ha scritto su un biglietto, racconta l'assessore ai servizi sociali del Comune di Ladispoli Roberto Ussia. "Credo che i funerali non si potranno tenere prima di giovedì-venerdì - ha detto l'assessore - perché dobbiamo attendere l'arrivo del fratello Claudio che vive in Canada. La tutela legale del Comune (era stata interdetta ed i suoi tutori erano il sindaco di Ladispoli Crescenzo Palliotta e il suo avvocato Mario Paggi e dal 2009 era sotto tutela dei servizi sociali, ndr) decade nel momento della morte e quindi sarà il fratello a stabilire tempi e modi per l'ultimo saluto".
Per molti l'immagine della Antonelli rimarrà sempre legata alla vestaglietta, succinta e ammiccante, che Salvatore Samperi le aveva imposto per il personaggio della cameriera di "Malizia" nel 1973 (Nastro d'Argento come migliore attrice protagonista e Globo d'oro come miglior attrice rivelazione), ma negli ultimi anni la vita dell'attrice, sex symbol per eccellenza del cinema italiano degli anni '60 e '70, è stata segnata dalla vicenda giudiziaria iniziata il 27 aprile del 1991, quando nella sua villa di Cerveteri furono trovate diverse dosi di cocaina. Un'odissea conclusasi nove anni dopo con l'assoluzione della Antonelli, alla quale è stato riconosciuto anche il risarcimento da parte dello Stato. Depressa per le conseguenze di un intervento di chirurgia plastica dalla quale era uscita con il volto deturpato, alle prese con la solitudine dopo il fallimento di alcune relazioni sentimentali, Laura aveva cercato conforto prima nella cocaina e dopo nella fede.
Laura Antonaz (il vero nome) nasce a Pola, attuale Croazia, nel 1941: ebbe un'infanzia da profuga. Con la sua famiglia fece parte dell'esodo dei 300 mila istriani che fuggirono dalla ex Jugoslavia per trovare riparo in Italia. Non a caso la Antonelli faceva parte del gruppo delle "bellissime quattro" dalmato-istriane, insieme con Femi Benussi, Alida Valli e Sylva Koscina. L'attrice aveva frequentato gli studi superiori a Napoli dove poi si era anche diplomata. Da lì si trasferì a Roma con la famiglia. Ha girato il suo primo film nel 1969, "Le malizie di Venere", diretto nel 1969 da Massimo Dallamano e bloccato dalla censura. L'anno dopo ha ottenuto il primo successo, a fianco di Lando Buzzanca, nel "Merlo maschio" di Pasquale Festa Campanile. Dopo il trionfo di "Malizia" (sei miliardi d'incasso quando il biglietto del cinema costava mille lire), la bellezza prorompente, genuina della Antonelli ha attratto prima Giuseppe Patroni Griffi, che la volle per "La divina creatura" (1975), e poi Luchino Visconti che le affidò il ruolo della moglie di Giancarlo Giannini ne "L'innocente" (1976) da Gabriele D'Annunzio.
Ma l'attrice ha avuto miglior fortuna nelle commedie: da "Sessomatto" di Dino Risi a "Mio Dio come sono caduta in basso" di Luigi Comencini in cui faceva la parodia delle eroine dannunziane. La Antonelli ha recitato poi a fianco di Jean Paul Belmondo in "Trappola per un lupo" di Claude Chabrol, con Mauro Bolognini in "Gran bollito", con Ettore Scola in "Passione d'amore". Due volte si è cimentata con Moliere, nelle riduzioni farsesche del 'Malato immaginario' e dell''Avaro', accanto ad Alberto Sordi. Si e' vista anche in "Rimini Rimini" e nella "Venexiana" dove contendeva con successo a Monica Guerritore l'amore di un giovane sfruttando le armi, neanche a dirlo, della malizia. Negli ultimi anni ha scelto di vivere sempre più appartata. Tra le sue ultime apparizioni, due ruoli da protagonista in tv: negli "Indifferenti" di Bolognini e in "Disperatamente Giulia" di Enrico Maria Salerno, trasmessi su Canale 5 nel 1988 e nel 1990. Poi il silenzio.