Strage di Charleston, il killer tentò il suicidio ma erano finiti i colpi
Lo rivela il figlio di uno dei testimoni. Intanto riapre la chiesa della mattanza: lacrime e preghiere per le nove vittime
Dylann Roof, il killer della chiesa di Charleston dove ha massacrato nove persone, avrebbe cercato di togliersi la vita dopo la strage. Il ragazzo si sarebbe puntato la pistola alla testa e avrebbe premuto il grilletto, ma nell'arma non c'erano più proiettili. Lo riporta la stampa americana, citando il figlio di una delle vittime della chiesa che dice di esserne venuto a conoscenza del dettaglio da uno dei due adulti sopravvissuti alla strage.
Strage di Charleston, il killer tentò il suicidio ma erano finiti i colpi
Intanto è avvenuta la commovente riapertura della chiesa di Charleston. La struttura è gremita, così come sono gremite le strade della città che piombano in un silenzio assoluto quando le campane iniziano a rintoccare per nove minuti, uno in ricordo di ogni vittima. Dall'altare si susseguono interventi toccanti, che ricordano quanto accaduto senza abbandonare la speranza ma anche senza mollare: "Il sangue" delle vittime "ci richiede di restare sul campo di battaglia fino a quando non ci saranno più battaglie da combattere".
La messa con cui si è celebrata la riapertura della Chiesa è iniziata con un lungo applauso, una standing ovation per le vittime. Mentre molti cercano risposte e si chiedono il perché dell'accaduto "chi conosce Gesù può guardare dalla finestra della sua fede e vedere speranza, luce", dice uno dei sacerdoti dall'altare. Presente anche il governatore del South Carolina, Nikki Haley, alla quale erano rivolti alcuni dei cartelli posti insieme ai fiori fuori dalla Chiesa per chiederle di rimuovere la bandiera confederata. Assente invece la famiglia del killer, che ha partecipato a una messa presso una chiesa luterana. "Sono scossi. Ma la loro fede è forte", commenta il vescovo Herman Yoos.
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