"Siamo pronti a mettere in atto tutti i sistemi di controllo e osservazione per fronteggiare casi di Mers in Italia, l'importante è non smantellare la rete presente". Lo ha affermato Massimo Andreoni, presidente della Società Italiana di Malattie Infettive, commentando la possibilità che il coronavirus raggiunga l'Italia. Per l'Organizzazione Mondiale della sanità, infatti, il focolaio Mers presente in Corea deve essere "una sveglia" per gli altri Paesi.
L'emergenza coreana - La Corea del Sud rappresenta infatti il primo caso di focolaio sviluppatosi lontano dal Medio Oriente. Negli ultimi giorni le vittime nella penisola sono salite a 20 su 160 infettati. Oltre 5.500 persone sono in quarantena a causa della possibile infezione e 365 scuole sono ancora chiuse per paura del contagio. Normale che l'Oms lanci l'allarme perché come il virus ha raggiunto la Corea, così potrebbe arrivare in altre città, anche se per l'organizzazione non ha dichiarato l'emergenza internazionale.
La situazione nel Vecchio Continente - In Europa la tensione si è alzata negli ultimi giorni, dopo la morte in Germania di un 65enne che aveva contratto il virus negli Emirati Arabi. Si tratta della prima vittima europea registrata quest'anno. L'Italia, tuttavia, ha già dimostrato di essere in grado di gestire una persona contagiata da Mers. "Lo abbiamo fatto in Toscana due anni fa", ricorda Andreoni. "Ha comunque ragione l'Oms - aggiunge - a dire di mantenere un sistema vigile in tutti gli Stati: ogni anno si stima che ci siano nel mondo un miliardo di viaggiatori, ed è inevitabile che portino con sé anche i virus".
Cos'è il Mers-Cov - Si tratta di un coronavirus umano scoperto in Arabia Saudita nel 2012, strettamente legato a quello che colpisce i pipistrelli. Da quel momento il virus si è sviluppato in Medio Oriente e è legato a 500 decessi avvenuti nel mondo su 1200 persone infettate. Paragonato spesso alla Sars, la sindrome acuta respiratoria grave che nel 2003 mise in emergenza l'intero pianeta, in realtà presenta aspetti differenti.
Come si cura - Attualmente si sta sperimentando, come avviene per ebola, una terapia a base di plasma delle persone guarite. Si tratta tuttavia di una soluzione ancora a livello sperimentale e non è presente ancora un vaccino o una cura sicura.