PRIMA UDIENZA A SETTEMBRE 2016

Evasione fiscale, Raoul Bova rinviato a giudizio con la sorella e l'ex moglie

Secondo la Procura di Roma avrebbero trasferito alcuni costi alla società che gestisce l'immagine dell'attore per pagare un'aliquota Iva più bassa del dovuto

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Raoul Bova è stato rinviato a giudizio per evasione fiscale. Lo ha deciso il gup di Roma che ha disposto il processo per l'attore, la sorella Daniela e la sua ex moglie e procuratrice Chiara Giordano. La prima udienza è stata fissata il 21 settembre 2016. "Sono sbalordito dalla decisione di questo giudice", ha commentato il difensore dell'attore, l'avvocato Giuseppe Rossodivita.

Per il legale "sono state disattese le affermazioni del tribunale del Riesame e della Cassazione. Il collegio dei giudici della libertà ha scritto che manca il fumus e non c'è alcun reato. Adesso faremo il processo e lo dimostreremo in aula".

La Procura di Roma contesta ai tre il reato di dichiarazione fraudolenta mediante artifici: secondo l'accusa avrebbero procurato tra il 2006 e il 2010 sgravi fiscali trasferendo alcuni costi alla società che gestisce l'immagine di Bova, la Sammarco, sfruttando così un sistema che avrebbe permesso di pagare un'aliquota Iva più bassa del dovuto.

Legale Bova: rinvio a giudizio inspiegabile - "Questo rinvio a giudizio è letteralmente incredibile. Raoul Bova è stato rinviato a giudizio per dei presunti reati già esclusi, nella loro ricorrenza obiettiva, dalla Corte di Cassazione e poi dal Tribunale della libertà di Roma che, conseguentemente, hanno annullato il sequestro inizialmente ottenuto dalla Procura di Roma in quanto hanno accertato l'assenza degli elementi costitutivi del reato e quindi l'assenza del reato poiché le imposte ritenute evase sono in ogni caso sotto la soglia prevista dalla norma penale". E' quanto sostiene in una nota il legale dell'attore, Giuseppe Rossodivita. "E' dunque davvero inspiegabile - prosegue - questa decisione del Gup che non ha tenuto conto di quanto affermato dalla Suprema Corte proprio in relazione a questo specifico caso di Raoul Bova, con ciò cagionando, con un assurdo rinvio a giudizio, un danno tutt'altro che trascurabile all'immagine del mio assistito che non ha mai commesso nessun reato".