Se ne è lavato le mani, un po' come Pilato. La paura di sbagliare ha frenato Cristian Vettoruzzo, giudice della sezione penale del tribunale di Treviso, che non ha emesso la sentenza e ha rinviato alla Corte Costituzionale il processo di cui era titolare. Il motivo? In caso di errore, sarebbe stato lui a pagare, come stabilito dalla normativa sulla responsabilità civile dei magistrati approvata lo scorso febbraio.
Il processo in esame riguarda il locatario di un capannone nel quale erano stati ritrovati 47 quintali di sigarette di contrabbando. "Dal dibattimento sono emersi solo elementi indiziari", spiega Vettoruzzo. "La loro valutazione è particolarmente difficile e rischiosa in ordine alla correttezza dell'esito del giudizio".
Secondo quanto riportato dal Corriere del Veneto, il giudice contesta la nuova disciplina. "Devo essere libero di valutare le prove senza temere conseguenze negative", aggiunge. "Qui si manifestano i riflessi negativi e costituzionalmente illegittimi della responsabilità civile dei magistrati".
In caso di errore la vittima può chiedere il risarcimento del danno allo Stato, il quale a sua volta secondo la nuova legge si rivale in modo obbligatorio sul magistrato. Possibile la trattenuta dello stipendio fino a un terzo della somma mensile.