Un macchinista e un capotreno sono stati aggrediti a colpi di machete da un gruppo di sudamericani, alla fermata di Villapizzone, alla periferia nord di Milano. Carlo Di Napoli, 32 anni, ha rischiato di perdere un braccio a causa di un colpo ricevuto ed è ricoverato all'ospedale Niguarda. Il macchinista, che ha invece subito un trauma cranico, è ricoverato al Fatebenefratelli. Arrestati due ventenni che fanno parte di una gang latina.
Otto ore sotto i ferri per non perdere il braccio - Il capotreno, sposato e con una figlia di cinque mesi, è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico, durato otto ore, e ora la sua situazione è migliorata: potrebbe recuperare l'uso dell'arto. "La lesione era molto grave ma il braccio per il momento è salvo", dicono fonti dell'ospedale di Niguarda dove è stato ricoverato. L'uomo ha riportato la sub-amputazione del braccio sinistro e, a intervenire per salvare l'arto, sono stati chiamati numerosi chirurghi specialisti. "Si è cercato di preservare la funzionalità dell'arto ma solo nei prossimi giorni si potrà sciogliere la prognosi e verificare se tutto è andato bene".
Arrestati due ventenni salvadoregni - Le due persone arrestate dopo la brutale aggressione, e portate in questura per essere identificate e interrogate circa 50 minuti dopo i fatti, sono due ventenni originari di El Salvador. Apparterrebbero alla gang di latinos 'MS13'. I due sono accusati di tentato omicidio: sui loro vestiti sono state rinvenute tracce di sangue. Uno dei due era già stato indagato in passato proprio per fatti analoghi. Il presunto esecutore materiale dell'aggressione aveva nascosto il machete nei pantaloni.
Chi sono i due arrestati - I due arrestati dalla Polizia con l'accusa di concorso in tentato omicidio per l'aggressione ai due ferrovieri di Milano sono Jackson Jahir Lopez Trivino, ecuadoriano di 20 anni con permesso di soggiorno scaduto, e Josè Emilio Rosa Martinez, 19enne di El Salvador. Quest'ultimo è ritenuto l'autore materiale, colui che ha colpito col machete il capotreno Carlo Di Napoli. Lopez Trivino è già noto ai poliziotti della Mobile in quanto coinvolto con l'appellativo di "Peligro" (pericolo) nell'operazione "Maredos" del 2013 che portò all'esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di 25 soggetti, di cui 7 minorenni, per la maggior parte salvadoregni, affiliati all'associazione criminale "MS13".
Aggredito per aver chiesto il biglietto - Il fatto è accaduto giovedì sera su un treno del passante ferroviario proveniente dall'Expo. All'aggressione avrebbe assistito una donna, che però è scappata subito dopo per lo spavento. Secondo quanto ricostruito dalla Polfer, il capotreno avrebbe chiesto i biglietti ai pochi passeggeri pronti a salire a bordo, compreso un gruppetto di almeno tre (forse cinque) sudamericani. Questi si sarebbero rifiutati di mostrare il titolo di viaggio e uno di loro ha estratto un machete da una borsa colpendo al braccio il controllore. Un ferroviere libero dal servizio è intervenuto in suo aiuto, ma è stato colpito alla testa riportando un trauma cranico. Gli investigatori stanno ora cercando possibili testimoni e intanto stanno analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza installate lungo il passante ferroviario.
Assessore Regione: "Militari nelle stazioni" - Dopo l'episodio, l'assessore alla Mobilità della Regione Lombardia Alessandro Sorte (FI) chiede che stazioni e treni vengano presidiati da forze dell'ordine e militari pronti a sparare perché, ha detto, "il livello di insicurezza è troppo alto". Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio. "E' urgente - ha detto - condividere con i soggetti interessati un rafforzamento del sistema di controllo e di prevenzione che consenta ai cittadini e agli operatori di viaggiare in tranquillità e sicurezza, nel rispetto delle regole".
Il capotreno al risveglio: "Potrò riabbracciare la mia bimba" - Al risveglio, a visitare il capotreno al Niguarda è andato anche il segretario lombardo del Pd Alessandro Alfieri, a cui Di Napoli ha detto: "Ho avuto molta paura, ma ora mi sento più sollevato: la cosa più importante è che potrò riabbracciare la mia bimba di 5 mesi". Gli ha poi raccontato: "Avevo intuito che c'era una situazione strana e per questo ho chiesto al mio collega se poteva stare ancora un po' con me nonostante avesse finito il turno".
Colleghi in ospedale: "Ci ha sorriso" - "Di Napoli è stato assunto nel 2006 - spiegano Alfredo Chiancone e Pietro Di Fiore, rispettivamente responsabile condotta e responsabile scorta capotreno di Trenord -. Lo abbiamo incontrato e le sue condizioni ci sono parse buone. Ha sorriso e ha iniziato a muovere le dita. Certo, ci vorrà ancora tempo per il recupero". I due dipendenti Trenord parlano dalla sala d'aspetto dell'ospedale Niguarda dove il capotreno è stato operato. Sono entrambi scossi. "Sappiamo che questo lavoro è pericoloso perché si è a contatto con tante persone di ogni tipo. Siamo abituati agli incidenti, a tanti tipi di problemi, ma questa cosa è terribile".