"Dopo Ebola un nuovo virus è passato dagli animali all'uomo" e va "tenuto attentamente sotto controllo". E' questo il monito lanciato dall'Associazione dei microbiologi clinici italiani (Amcli) sul potenziale rischio di contagio di un virus, in precedenza sconosciuto, denominato Mers-CoV. Si tratta di un agente patogeno che causa una violenta polmonite, individuato per la prima volta nel giugno 2012 in Arabia Saudita e da allora diffusosi in vari Paesi del Medio Oriente. I casi di infezione accertati sono 1153, di cui almeno 435 mortali.
Rischio basso per l'Italia - Anche se "al momento il rischio per l'Italia resta molto basso - afferma infatti il presidente dell'Associazione, Pierangelo Clerici - non si possono escludere casi singoli di importazione dai Paesi colpiti". Anche l'Oms ha raccomandato di "marcare stretto" il virus, segnalando lo scoppio di un focolaio epidemico della cosiddetta sindrome respiratoria mediorientale (Mers) in Corea del Sud. Il bilancio del contagio parla di sette morti, 95 persone infettate e 2.800 in quarantena. Il "paziente zero" è stato individuato in un uomo di 68 anni rientrato nello Stato asiatico dopo un viaggio in Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi e Bahrain.
I "nuovi" virus - La nuova variante del Mers-CoV appartiene alla famiglia dei Coronavirus, agenti patogeni molto diffusi fra i mammiferi, uomo incluso, e gli uccelli. Si tratta di virus a Rna provvisti di un involucro esterno, abbastanza fragili agli agenti chimici e fisici. La prima volta che uno di questi virus ha causato problemi di sanità pubblica è stato nel 2003, quando un ceppo di SARS-CoV, precedentemente sconosciuto e di origine zoonotica, ha provocato un'epidemia su scala mondiale con più di 900 decessi confermati.