IL PALLONE NELLA BUFERA

Figc, Lotito indagato per tentata estorsione Pm: "Società vittime di intimidazione"

L'inchiesta è scattata in seguito alla registrazione di una telefonata del dg di Ischia Calcio con Lotito, che avrebbe minacciato lo stop dei finanziamenti

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Claudio Lotito è indagato dalla Procura di Napoli per tentata estorsione. Il presidente della Lazio e consigliere Figc avrebbe minacciato alcune società calcistiche di far bloccare l'erogazione dei finanziamenti se non avessero ottemperato alla sue richieste. Secondo gli investigatori sono molte le società di Lega Pro vittime di un "meccanismo intimidatorio" finalizzato ad acquisire il consenso dispetto all'attuale dirigenza della Lega.

Perquisita la casa di Lotito - Disposta una perquisizione anche nell'abitazione romana di Lotito, come anche nei confronti del numero uno della Federazione calcio, Carlo Tavecchio, e del presidente della Lega Pro, Mario Macalli. Questi ultimi non risultano indagati. La Digos ha perquisito anche la sede della Federcalcio.

Le "pressioni" a vantaggio di Figc e Lega - Presunte pressioni per costringere dirigenti di Lega Pro a votare l'approvazione di bilancio in senso favorevole alle sue richieste, allo scopo di acquisire una posizione di forza in Figc, Lega A e in quelle minori a vantaggio anche dei suoi club, Lazio e Salernitana. E' questa l'ipotesi di illecito che la procura di Napoli contesta a Claudio Lotito. L'inchiesta è nata dopo che il direttore generale dell'Ischia Calcio Pino Iodice ha consegnato la registrazione di una telefonata con il presidente della Lazio e consigliere Figc.

Tavecchio: "Massima collaborazione" - La Figc ha fatto sapere che Tavecchio è stato ascoltato dalla Procura di Napoli "in qualità di persona informata sui fatti e ha assicurato la massima collaborazione da parte della federazione".

Al telefono: "Troviamo un accordo in Lega Pro e i soldi arrivano" - La denuncia venne presentata da Iodice il 13 febbraio, quando il dg dell'Ischia diffuse l'audio della telefonata con Lotito, registrata di nascosto. Nel colloquio il presidente della Lazio parlava del suo programma per rimettere in sesto la Lega Pro superando la contrapposizione tra i club che erano a favore e contro Macalli; sottolineava che Beretta in Lega A e Macalli in Lega Pro contano "zero"; proponeva un "anticipo di cassa" dalla Lega di A all'ex serie C, "ma se non troviamo un accordo in Lega Pro non si farà mai"; e si vantava di avere "17-18 voti" su 20 tra i club della massima serie.

Lotito esprimeva poi pesanti perplessità sulla promozione in serie A di Carpi, Frosinone, Latina. "Ho detto ad Abodi (presidente Lega di serie B): se me porti su il Carpi... se me porti squadre che non valgono un c... noi tra due o tre anni non c'abbiamo più una lira. Se c'abbiamo Frosinone, Latina, chi li compra i diritti?..". "Con la mia bravura ho portato i diritti tv a 1,2 miliardi: se ci portano Latina, Frosinone, chi li compra i diritti?".

Parole che suscitarono forti polemiche, in seguito a cui intervenne anche l'allora sottosegretario alla presidenza Delrio che chiese "un cambiamento nel calcio", mentre il presidente del Coni Giovanni Malagò parlò di "parole incaute" che "rischiano di gettare discredito sul mondo del calcio". Reazione irritata anche da parte del presidente della Figc Carlo Tavecchio: "Toni e contenuto della telefonata sono da censurare, così come le modalità con cui è stata realizzata".

Lotito si difese parlando di "agguato per screditarmi". "Il mio richiamo agli effetti negativi dell'accesso di squadre provinciali alla serie A è stato indicato come rischio di una possibile riduzione dei diritti tv, per la riduzione degli utenti, e non certo come desiderio di impedire ai club minori di arrivare a competere con i club maggiori. Contrabbandare queste mie valutazioni come tentativo di influire sul regolare andamento sportivo dei tornei è un vero e proprio falso calunnioso".

Iodice: "L'ho fatto per il bene del calcio" - Iodice aveva successivamente consegnato ai magistrati la registrazione della telefonata e commenta così questa vicenda: "Non ritengo di essere artefice di niente, l'ho fatto solo per dovere di giustizia perché il calcio appartiene alla mia vita e l'ho fatto solo per il bene del calcio".

A condurre l'inchiesta sono i pm di Napoli Vincenzo D'Onofrio, Vincenzo Ranieri, Stefano Capuano e Danilo De Simone, mentre la coordina il procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli. Lotito non si trovava nel suo ufficio in federazione nel momento in cui è cominciata la perquisizione.