Riceveranno due milioni di euro di risarcimento i familiari di Vito Scafidi, lo studente rimasto ucciso a 17 anni, nel novembre del 2008, per il crollo di un controsoffitto al liceo Darwin di Rivoli (Torino). A riconoscere tale diritto alla famiglia Scafidi è stato il giudice Anna Castellino del Tribunale di Torino, quarta sezione civile, secondo cui a versare la somma dovrà essere la ex Provincia di Torino, ora Città metropolitana.
Il 3 febbraio, in sede penale, la Cassazione aveva reso definitive sei condanne riguardo al tragico incidente di sette anni fa.
Per calcolare l'entità del danno, il giudice ha deciso di superare le tabelle utilizzate normalmente dal tribunale di Milano, che la Cassazione nel 2011 aveva indicato come parametro di riferimento. La vicenda del liceo Darwin presenta a suo parere quel carattere di "eccezionalità che non solo giustifica, ma rende doveroso l'adeguamento della liquidazione al caso concreto". I massimi tabellari sono stati dunque incrementati del 50%.
"In un Paese che aspira a definirsi civile - dicono gli avvocati dello studio Ambrosio & Commodo, legali della famiglia Scafidi - la morte di Vito non può essere risarcita con le stesse somme che vengono liquidate per un investimento pedonale cagionato per distrazione, o a un decesso derivante da un errore medico durante un intervento d'urgenza, o a un incidente sugli sci. La morte di Vito non è uguale alle altre perché non si può morire in un'aula di scuola".
A promuovere l'azione legale era stato Fortunato Scafidi, padre di Vito, con la sorella Paola, oltre ai nonni. La madre, Cinzia Caggiano, era costituita nel processo penale: anche lei, dopo la sentenza della Cassazione, comincerà una causa civile.