L'Argentina scende in piazza contro la violenza sulle donne. Sono stati centinaia di migliaia i manifestanti che hanno risposto all'appello, nato sui social network con l'hastagh #niunamenos (Non una di meno), dopo la brutale uccisione di Chiara Pàez, 14enne incinta massacrata di botte e sepolta ancora viva dal fidanzato 16enne, Manuel Mansilla, aiutato dai genitori.
Il 16enne ha confessato il brutale omicidio. Stando a quanto emerso, Chiara sarebbe stata costretta ad assumere farmaci abortivi, poi è stata massacrata. Il suo corpo è stato trovato tre giorni dopo la scomparsa nel giardino davanti alla casa del fidanzatino. Alle ricerche avevano partecipato centinaia di persone, tra cui anche il 16enne.
La storia di Chiara ha sconvolto tutta l'Argentina: dai social media la mobilitazione si è spostata nelle piazze dove, mercoledì, sono scese centinaia di migliaia di persone, per chiedere al governo un maggiore impegno per contrastare i femminicidi. Come riporta il "Corriere della Sera", la presidente Cristina Kirchner ha parlato di "una cultura che devasta le donne": in Argentina infatti ogni 31 ore viene uccisa una donna, per un totale dal 2008 di circa 1.800 vittime.